Editoriale di Antonio Fabbri – l’Informazione di San Marino: La stranezza di sentirsi normali
(…) Nella classe dei paesi San Marino non è più dietro la lavagna. Anzi, adesso è in prima fila, tra quelli che hanno fatto i compiti e che quindi meritano la promozione. Ma chi si trova davanti alla cattedra lo si vede e lo si controlla meglio, diversamente dai discoli dell’ultimo banco. Però è difficile sembrare per troppo tempo buoni se in realtà non lo si è. Ecco perché c’è una differenza tra il sentirsi normali e l’esserlo veramente. Perché, diciamoci la verità, i sammarinesi normali del tutto non lo sono mai stati. Non in senso cattivo, ma nel senso che c’è un certo fastidio a farsi dire da altri come ci si deve comportare e una scarsa inclinazione al rispetto delle regole, perché comunque, bene o male, le cose si aggiustano. Così, se fino ad ora c’è stata la disponibilità ad adeguare in poco tempo le norme, ad istituire gli organismi di controllo, a intavolare lo scambio di informazioni, adesso serve dell’altro. Dall’essere “disponibili” occorre passare all’essere “disposti”. Disposti a far morire un po’ del sammarinese vecchio per far nascere il sammarinese nuovo. Le tasse, adesso, bisognerà pagarle. Tutti. I prestanome, le intestazioni fittizie, i traffici per interrompere la catena dell’Iva con passaggio vero o fasullo in San Marino, bisognerà metterli al bando. Troveranno un po’ più difficoltà quei professionisti che hanno campato su questo. Le furbate, le interposizioni fiduciarie che fanno da schermo doppio o a volte triplo, i prestiti allegri delle banche a non si sa chi, non avranno più ragione d’essere. Non sono parole scontate. Infatti c’è ancora, scalpitante in un angolo ottuso – sia in senso goniometrico perché più ampio e capace di ospitare più persone, sia in senso intellettivo di chi non vuole capire -, qualcuno che non aspettava altro che l’uscita dalla black list covando la distorta convinzione di potere ricominciare l’andazzo di prima. Ecco perché è stato difficile arrivare a stupirsi di sentirsi normali. Ecco perché esserlo realmente sarà più dura.