San Marino. USL attacco frontale alla CSU sul contratto Industria. San Marino Oggi

San Marino. USL attacco frontale alla CSU sul contratto Industria. San Marino Oggi

L’USL, sulla questione del nuovo contratto Industria, che fino ad ora è stato un gioco a due, tra ANIS e CSU, vuole entrare a far parte della partita, facendo valere le proprie proposte e soprattutto provando a dare una spallata piuttosto secca alla CSU, sperando che si faccia un po’ piu’ in la’.

 

San Marino Oggi: Usl critica il contratto Industria: ‘Non porta migliorie effettive per i lavoratori’ / Attacco alla Csu: ‘Vogliono far entrare dalla finestra ciò che è uscito dalla porta’

L’Unione sammarinese dei lavoratori afferma: “Il verbale d’accordo per il rinnovo del contratto dei lavoratori dell’industria sottoscritto il 27 luglio 2012 dalla Csdl e dalla Cdls è un accordo raggiunto senza confronto nei luoghi di lavoro, che svuota completamente il ruolo dei rappresentanti sindacali aziendali e, ciò che è peggio, non porta a casa alcun miglioramento effettivo per i lavoratori”. “Anzichè mettere in campo con coraggio un nuovo modello per un cambiamento di rotta in un sistema di relazioni industriali che ha fatto il suo tempo, gira le lancette dell’orologio all’indietro – bacchetta il sindacato -, portando l’orario settimanale di lavoro da 37 ore e mezzo a 39 a fronte di un aumento retributivo che non copre neppure le attuali maggiorazioni di lavoro straordinario che nel nuovo regime verranno a mancare ed in presenza di una situazione in cui non poche aziende ricorrono alla cassa integrazione per ridurre l’orario di lavoro effettivo dei propri dipendenti”. “Si fanno passare per conquiste retributive somme (il 2,665%) che per gli anni passati sono inferiori a quelle previste dall’Accordo tripartito del 9 luglio del 2009 (pari al 3,70%), sottoscritto a suo tempo dalle stesse Csdl e Cdls ma rispetto al quale oggi si fa un evidente passo indietro -continua a polemizzare l’Usl-. Si triplicano le ore di flessibilità non si capisce in cambio di che cosa, senza alcun legame effettivo con i progetti di sviluppo aziendale e senza alcun coinvolgimento dei lavoratori che sono chiamati a sostenerli”. (…)

Un altro grande assente dall’accordo sono i lavoratori frontalieri, già fortemente penalizzati dalle nuove misure fiscali e sui quali non si fa alcun riferimento specifico per fare già oggi qualche passo avanti, per esempio sulla stabilizzazione, rimandando il tutto a futura memoria. Per queste ragioni l’Usl ha chiesto alla Reggenza, al governo ed alla politica tutta che “facciano da garanti a salvaguardia dei principi di democrazia che hanno caratterizzato la nostra Repubblica sin dalla sua nascita”.

 

 

 

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