San Marino. Usl sul nuovo decreto: “Non contempla le difficoltà dei docenti”

San Marino. Usl sul nuovo decreto: “Non contempla le difficoltà dei docenti”

La Federazione Pubblico Impiego dell’Unione sammarinese dei lavoratori interviene per esprimere qualche considerazione sull’allegato 4 del nuovo decreto legge 29 marzo 2020 n. 55.

“La formulazione delle direttive del decreto riguardanti gli insegnanti potrebbe indurre a credere che l’attività del docente si limiti alla didattica in presenza dei ragazzi. Nulla di più errato. Il lavoro dei docenti non finisce con l’esecuzione della lezione, ma ha una forte parte di programmazione, studio e ricerca”, sostiene la Federazione Pubblico Impiego dell’Unione sammarinese dei lavoratori in una nota.

Inoltre, l’improvvisa chiusura delle scuole “ha costretto gli insegnanti a creare quasi dal nulla una nuova metodologia di didattica a distanza e ha comportato un carico di lavoro non previsto che, anche senza la presenza degli alunni in classe, ha necessitato e necessita di un impegno che non si esaurisce con l’inoltro dei compiti o della video lezione”.

Lavorare da casa, sottolinea il sindacato, “ha i suoi disagi non solo per il corpo docente ma anche per le famiglie, soprattutto con bambini piccoli; difficoltà non solo organizzative rispetto alle dinamiche familiari ma anche di strumentazione quali linee internet non performanti”. Il decreto, sentenzia la Fpi-Usl, “pare non contempli tali difficoltà”.

Ciò nonostante, da un breve confronto con i docenti dei vari ordini di scuola, “era emersa nelle scorse settimane la disponibilità di una parte del corpo docente a rinunciare a una quota di stipendio per solidarietà vista l’emergenza sanitaria”; il decreto “ha però stabilito riduzioni diverse, inaspettate e non pienamente condivise né dai docenti né dal sindacato”.

E ancora: “L’articolato di legge ci sembra lasciare troppa discrezionalità in merito alla valutazione dell’attività dell’insegnante alle direzioni scolastiche e al consiglio di dipartimento Istruzione. Questo non agevola il lavoro né dei dipendenti né dei ragazzi che in questo mese di ‘chiusura forzata’ hanno trovato con fatica ed impegno una loro ‘stabilità’ e vanifica quanto fatto fino ad ora, non semplificando una situazione già di per sé complicata e difficile. Per tali motivi rivedere la disposizione lasciando maggiore autonomia/flessibilità al personale ci sembra una strada da percorrere. Ci stanno infatti giungendo molte segnalazioni su circolari interne o comunicazioni alle famiglie spesso incomplete e/o contraddittorie tra di loro, tra l’altro mai inoltrate alle organizzazioni sindacali”.

Il lavoro a domicilio, afferma la Fpi-Usl, “deve essere ‘adeguatamente’ riconosciuto, riteniamo pertanto che il decreto debba essere rivisto nei suoi diversi aspetti”.

Il provvedimento, tra le altre cose, “non fornisce chiarimenti in merito ad altre circostanze come ad esempio i sostegni o il personale precario inoltre incide su categorie, quali gli addetti asilo nido, che nelle settimane dal 24 febbraio al 7 marzo 2020 hanno regolarmente svolto la loro attività”.

La Federazione Pubblico Impiego dell’Unione sammarinese dei lavoratori, infine, vuole ringraziare tutto il copro docente di ogni ordine e grado “per le difficoltà e lo sforzo che stanno facendo per garantire una continuità didattica ai nostri amati alunni”. Un ringraziamento “anche ai docenti dell’infanzia e gli educatori dell’asilo nido che stanno dando comunque il loro contributo”. Un plauso “anche alle famiglie, agli alunni, agli studenti e a tutti coloro che con il loro quotidiano impegno fanno si che i percorsi formativi possano realizzarsi nonostante le oggettive difficili condizioni in cui si trovano a svolgere questi compiti”.

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