San Marino. Vendita Banca Cis, parla Marino Grandoni. Antonio Fabbri

San Marino. Vendita Banca Cis, parla Marino Grandoni. Antonio Fabbri

L’Informazione di San Marino: “Un accordo molto soddisfacente, altrimenti non lo avremmo concluso”

Vendita Banca Cis: “Operazione valida per l’intero sistema”

“Dopo la vendita del pacchetto azionario agli arabi parla Marino Grandoni: “Partner di grande spessore consentirà di uscire da un mercato asfittico”

Antonio Fabbri

Un accordo molto soddisfacente, altrimenti non lo avremmo concluso”. Così Marino Grandoni dopo l’ufficializzazione della sottoscrizione del contratto per la cessione delle quote di BancaCis tra la società Leiton Holding, rappresentata appunto da Marino Grandoni e da Daniele Guidi, e Mohamed Ali Turki. Sulla cifra pattuita per la cessione, dunque, vige il massimo riserbo. 

Ciò che si sa, stando ai dati riportati da Milano Finanza, è che sul piano del business il Credito Industriale Sammarinese ha chiuso il 2016 con margini di interesse per 4,39 milioni in linea con i valori del 2015, un margine di intermediazione di 7,73 milioni (-8,9%) e una perdita di 2,2 milioni rispetto a un rosso di 137mila dell’anno precedente. La raccolta totale è stata di 813 milioni (-5,46%), mentre gli impieghi complessivi ammontano a 291 milioni (-3%) e i crediti dubbi netti ammontano a 108 milioni (-31,5%). Di questi, 43,9 milioni sono sofferenze (-9%) e le posizioni incagliate 49,4 milioni (-41,8%) con un indice di copertura del 21%.

Alla firma, presso la sede i BancaCis, erano presenti rappresentanti dei governi di Arabia Saudita, Egitto, Turchia e Bahrein. “Erano presenti perché fanno parte dell’entourage di un imprenditore che ha interessi in mezzo mondo, compresi Europa e Stati Uniti. Per un fatto culturale ha voluto ci fossero anche partners industriali e della finanza, grandi imprenditori e gestori di fondi. Il business plan sarà prevalentemente orientato alla gestione delle risorse di questi gruppi”. Sui rapporti con i paesi del Golfo Persico, il Segretario agli Esteri rivela che sono in divenire intese anche a livello diplomatico.

Come siano nati i rapporti con gli imprenditori sauditi, lo spiega lo stesso Grandoni. “Fanno parte delle nostre relazioni. Abbiamo lavorato in tutto il mondo, anche in Nordafrica dove abbiamo costruito dei villaggi. Poiché anche questi imprenditori si occupano di ingegneria, ho avuto modo di incrociarli dal punto di vista professionale più di una volta. Quando poi, come Cis, abbiamo avuto idea di trovare un partner, abbiamo pensato a questi interlocutori”. Grandoni spiega anche come è nata la scelta di vendere le azioni della banca. 

“L’idea di andare a cercare un partner di questo tipo nasce dal fatto che il ‘modello San Marino’ oggi vive in un mercato asfittico. E’ una situazione che necessita di un salto di qualità. Per questo, considerato che si intende andare verso l’internazionalizzazione, era necessario puntare su un partner di grande spessore che non poteva essere nel mondo bancario occidentale, perché le banche occidentali non sono interessate al sistema sammarinese. In questo scenario il mondo saudita risponde maggiormente a caratteristiche sammarinesi. 

Adesso la parola passa a Banca Centrale che deve vagliare piano industriale e profilo degli acquirenti. “Attendiamo le verifiche di Bcsm che dovrà dare il suo gradimento a questo innesto”. Più che un innesto, tuttavia, si tratta di una cessione in toto. “Sì – conferma Grandoni – riguarda il 100% delle quote. Resta il fatto che l’interesse è per la permanenza dell’intera struttura con il suo management. La proprietà non prevede altri soci considerato che svilupperanno la logica del family office”. Una logica, cioè, di gestione di risorse di famiglie facoltose e gruppi imprenditoriali perno per investimenti e attività imprenditoriali. Dunque “non ci sarà un danno per il sistema sammarinese – afferma Grandoni – la banca infatti non sarà un concorrente sul mercato sammarinese. Gli acquirenti sauditi non sono interessati a fare concorrenza interna”. La Banca Cis e lo stesso Grandoni sono stati in questi mesi al centro degli scontri e delle di ricostruzioni sul panorama bancario e finanziario sammarinese. E adesso non mancano diffidenze dal mondo politico verso l’operazione coi sauditi.

“Non intendo entrare in polemica politica – dice Grandoni – mi limito a rilevare che, nel momento in cui c’è un imprenditore importante pronto ad investire nel nostro Paese in un momento così difficile, ne vanno accolte le potenzialità. Per questo sostengo la validità dell’operazione per l’intero sistema”.

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