San Marino. Vicenda Burani, assolto il figlio della fondatrice dell’atelier

San Marino. Vicenda Burani, assolto il figlio della fondatrice dell’atelier

Rassegna Stampa – Era accusato di riciclaggio di 46mila euro sul Titano Ieri la sentenza del Commissario della legge: il fatto non sussiste. Il Pf aveva chiesto la condanna

ANTONIO FABBRI. Si è chiuso con l’assoluzione  perché il fatto non sussiste il processo a carico di Giovanni Valter Burani, figlio di Mariella Burani che ha dato il nome alla casa di moda. L’accusa era di riciclaggio per il trasferimento di denaro frutto di operazioni finanziarie effettuate utilizzando informazioni privilegiate, frutto cioè di aggiotaggio.

Per l’accusa attraverso la fiduciaria San Marino Asset Management e schermando così operazioni di compravendita di titoli, l’uomo aveva speculato sulle azioni di alcune società quotate in borsa delle quali era consigliere o consigliere delegato o presidente del Cda e tutte facenti parte, o comunque riconducibili, al “Gruppo Mariella Burani”.

Ieri tuttavia, nell’audizione come testimone di un esperto di finanza, è stato spiegato come non necessariamente si configuri un reato laddove l’amministratore di una società acquisti azioni della società che amministra e che non sempre questo sia vietato dalle autorità di controllo della borsa.

Dopo questa audizione, si è passati alle conclusioni.

Il procuratore del fisco Roberto Cesarini, richiamando le conclusioni dell’Aif, ha tuttavia sostenuto come vi fossero gli estremi per contestare il reato di autoriciclggio. “E’ rilevante capire che le operazioni si celavano dietro l’attività di una fiduciaria di San Marino e sfruttando queste operazioni Burani ha tratto sicuramente vantaggio. Non ha modificato il corso del titolo con le operazioni fatte da San Marino, ma ha personalmente sfruttato queste notizie e le decisioni che sarebbero state prese nelle società di cui faceva parte”. Di qui la richiesta del Pf, considerata la diminuente per l’importo di 46mila euro circa tutto sommato contenuto rispetto ai casi di riciclaggio normalmente passati per l’aula del tribunale, a 2 anni e 2 mesi di prigionia e 6.000 euro di multa e l’interdizione per un anno. La difesa, per contro, ha chiesto l’assoluzione piena del proprio assistito. In particolare l’avvocato Francesco Mazza ha argomentato affermando che il suo assistito “ha avuto problematiche non di poco conto con l’ordinamento italiano, ma ciò non significa che tutto quello che ha fatto nella sua vita debba vedere una sua responsabilità”. In particolare il legale ha sottolineato che le plusvalenze contestate a San Marino utilizzate per le operazioni di cui è accusato, non potevano provenire dalle condotte successive per le quali ha avuto guai giudiziari in Italia. L’avvocato ha inoltre sostenuto la non sussistenza del reato presupposto. “Burani non operava solo su titoli delle aziende da lui gestite”, ha spiegato, a significare una operatività di acquisto di titoli del tutto legittima anche alla luce della testimonianza assunta.

Anche l’avvocato Alberto Selva ha insistito per l’assoluzione del suo assistito. Due in sintesi i motivi di difesa, dunque: la non coincidenza del lasso temporale tra la provenienza illecita del denaro e le operazioni contestate, avvenute anni prima, e l’insussistenza del reato presupposto e, dunque, la provenienza lecita del denaro. Tesi difensiva che deve aver convinto il Commissario della legge Adriano Saldarelli, il quale ha infatti pronunciato sentenza di assoluzione piena.

Articolo tratto da L’informazione di San Marino pubblicato integralmente il giorn dopo

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