San Marino. Vulcano 2: in Emilia-Romagna e sul Titano la mafia e’ di casa. L’Informazione di San Marino

San Marino. Vulcano 2: in Emilia-Romagna e sul Titano la mafia e’ di casa. L’Informazione di San Marino

David Oddone – L’Informazione di San Marino: Vulcano, probabilmente centinaia i taglieggiati nell’ombra che non hanno il coraggio di denunciare. Alcuni di loro anche a San Marino / Nella “civile” Emilia-Romagna gli indagati si muovevano come se fossero a Casal di Principe mettendo in luce una mafiosità nei comportamenti mai vista in precedenza

L’operazione Vulcano (18 ordini di custodia cautelare per – a vario titolo – associazione mafiosa, estorsione, usura e tentato sequestro di persona) mette in luce soprattutto una mafiosità di comportamenti fino a qualche tempo fa totale appannaggio delle regioni del sud. Eppure personaggi come “Franco” Vallefuoco si muovevano a proprio agio fra San Marino, Rimini e Bologna come se fossero di casa. (…)

Fincapital” cassaforte del clan “Anche in questo caso – si legge nell’ordinanza – , il gruppo criminale traeva alimento per l’attività usuraria dalle indiscriminate linee di credito bancarie aperte dalle società intestate a prestanome. Tale sistema, sostenuto dalla connivenza di Livio Bacciocchi, consentiva al gruppo del Vallefuoco di disporre delle somme di denaro necessarie per erogare i prestiti a tassi usurari. In particolare, secondo una prassi consolidata, su richiesta di Vallefuoco Francesco e/o Roberto Zavoli, Livio Bacciocchi otteneva dalla finanziaria sammarinese ‘Fincapital’ l’erogazione di denaro liquido a favore del sodalizio campano, a fronte del deposito di assegni di comodo post datati di pari importo, che costituivano (l’improbabile) garanzia del credito”. (…)

Spunta il nome di Vitalucci. “Non sapendo come fare per recuperare quell’ingente somma di denaro – racconta ‘Antonino’ agli inquirenti – mi confidai con un mio conoscente, il signor Vitalucci della ditta Boosley, con sede a Marotta di Fano. Dissi a lui che ero nei casini e che era successa questa cosa e che dovevo dare questi 50 mila € che mi erano stati prestati per evitare ritorsioni da questi napoletani. A distanza di qualche giorno Vitalucci mi chiamò e mi chiese di incontrarmi: Ci trovammo al bar del casello di Rimini Sud ed in quella circostanza Vitalucci mi disse che poteva darmi una mano consegnandomi i 50 mila €. (…)

Estorsioni su estorsioni. Torniamo ad “Antonino”. Nel mese di settembre 2008, dopo aver onorato integralmente il proprio debito, “Antonino” veniva nuovamente contattato da Francesco Vallefuoco, incaricato di un ulteriore recupero nei suoi confronti da Giovanni Pascarella, il quale vantava un credito di circa 23 mila € riconducibile ad alcuni assegni protestati emessi dal padre di “Antonino”. Essendo già consapevole dei metodi intimidatori attuati dal gruppo criminale di Francesco Vallefuoco e non avendo disponibilità economiche immediate, Francesco acconsentiva alla sottoscrizione di dodici cambiali dell’importo di 2.560 € cadauna (per complessivi 30.720 euro), con scadenza al quindici di ogni mese, a decorrere da ottobre 2008. (…)

 

 

 

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