San Marino. Vulcano RSM, tre rinvii a giudizio per estorsione. Antonio Fabbri

San Marino. Vulcano RSM, tre rinvii a giudizio per estorsione. Antonio Fabbri

L’informazione di San Marino

Nel caso contestato le violenze e minacce ai fratelli Lo Giudice per avere la somma di 70mila euro

Vulcano RSM, tre rinvii a giudizio per estorsione 

Arriva a processo il filone sammarinese della vicenda che ha visto protagonisti esponenti mafiosi ruotare attorno alla finanziaria Fincapital

Degli iniziali 17 indagati, tra prescrizioni, non luogo a procedere e decisioni già emesse in Italia, arrivano davanti al giudice Vallefuoco Sinatra e Agostinelli

Antonio Fabbri

Arriva a giudizio anche il filone sammarinese del caso Vulcano, il primo che fece scoprire la presenza anche stanziale delle organizzazioni mafiose a cavallo tra la Riviera e San Marino. I fatti sono quelli noti risalenti al periodo tra il 2009 e il 2011 che narrano di recupero crediti con metodi non ortodossi, estorsioni, truffe, minacce e altri reati legati alle azioni in zona condotte da soggetti che ruotavano a Vallefuoco e Agostinelli e alle attività della cosiddetta galassia Fincapital.

Nello specifico il caso che arriva a giudizio riuniva sei fascicoli e vedeva indagate 17 persone. Tra queste, come noto, anche i sammarinesi Livio Bacciocchi, Leo Raimondi, Roberto Zavoli e pure Michel Philippe Burgagni, anche vittima, come per certi versi gli altri, in alcune vicende.

Le posizioni dei sammarinesi, così come quelle di altri 10 indagati, sono state per diversi motivi archiviate: in certi casi per prescrizione del reato, maturata ancor prima che il fascicolo arrivase all’inquirente che ha disposto il rinvio a giudizio; in altri casi perché non sono giunte risposte ad alcune rogatorie dall’autorità italiana e non si è quindi raggiunta prova sufficiente per il rinvio a giudizio, per posizioni comunque già finite sotto processo e giudicate oltre confine. In certi casi le imputazioni sono oggetto di altri procedimenti stralciati e in altri ancora il reato non sussisteva.

Sta di fatto che a finire davanti al giudice, per l’indagine conclusa dal Commissario della legge Antonella Volpinari, saranno Francesco Agostinelli, 53enne di Fano, Francesco Vallefuoco, detto Franco, 50enne di Brusciano in provincia di Napoli, e Francesco Sinatra, detto “il Siciliano”, 35enne originario di Catania e residente a Castel Bolognese. Ai tre è contestato il reato di estorsione aggravata in concorso per i noti episodi posti in essere ai danni dei fratelli Marco e Roberto Lo Giudice l’11 ottobre del 2010. 

In quell’ occasione, i tre violenza e minaccia, posero in essere atti diretti inequivocabilmente a far pagare ai fratelli Lo Giudice la somma di 70mila euro, come acconto relativo ai crediti che la società Fincapital vantava nei loro confronti.

I due fratelli, invitati presso la sede della finanziaria di Dogana, furono trattenuti contro la loro volontà in una stanza al piano terra dell’edificio. Qui Agostinelli fece presente ai due di aver rilevato lui i crediti della finanziaria e i tre li minacciarono affermando che, se non avessero ottemperato alla richiesta di pagamento, il giorno successivo si sarebbero recati presso l’officina dei Lo Giudice e avrebbero adoperato “altri sistemi per recuperare la somma”.

In seguito a questi fatti scattò la denuncia ed esplose il caso Vulcano che ha interessato diverse aule giudiziarie anche in Italia (vedi sopra).

Nei fascicoli che hanno dunque visto l’archiviazione, ci sono vicende comunque prevalemtemente già note e già trattate in altri processi oltre confine. Si ricorderà il caso dell’estorsione a Michel Burgagni e alla compagna Elena Schegoleva, titolare di una boutique di abbigliamento a Riccione, cui venne persino estorto un costoso abito da sera da 1500 euro per la compagna di “Zio Peppe” Mariniello, dell’omonimo clan, giunto appositamente in zona per appacificare la rivalità tra il gruppo facente capo ad Agostinelli e quello che si riferiva a Vallefuoco, che evidentemente trovarono un comune intento nell’azione che misero in campo sul Titano nella contestata attività estorsiva di “recupero crediti”. Altro episodio che era in quei fascicoli, quello del pestaggio di Antonio Di Fonzo in un capannone di Rovereta, caso già preso in esame nel processo italiano Vulcano, nel quale Francesco Sinatra, armato di pistola, apostrofò Burgagni dicendogli: “Succede così a chi si comporta male”.

Condividi


Per rimanere aggiornato su tutte le novità iscriviti alla newsletter

Quando invii il modulo, controlla la tua inbox per confermare l'iscrizione

Privacy Policy