Sansonetti, ItaliaOggi su accordo di collaborazione finanziaria

Sansonetti, ItaliaOggi su accordo di collaborazione finanziaria

Italia Oggi di mercoledì 13 maggio 2009,

San Marino prova a rompere il tabù

di Sansonetti Stefano

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ItaliaOggi anticipa l’accordo di collaborazione finanziaria.

Aperture su riciclaggio e abusi di mercato San Marino prova a rompere il tabù. Per la prima volta il Titano ammette deroghe al segreto bancario

Qualcuno, magari esagerando un po’, sostiene che si tratta di un tabù infranto. Certo fa effetto vedere quell’espressione, «segreto bancario», comparire per la prima volta e iniziare a cedere terreno. Già, perché è proprio questa la principale novità contenuta nella bozza di «Accordo tra la repubblica italiana e la repubblica di San Marino in materia di collaborazione finanziaria», che ItaliaOggi è in grado di anticipare. Parliamo di un documento di 5 articoli che, se tutto va bene, verrà firmato verso la metà di giugno dal ministro degli esteri, Franco Frattini, e dall’omologo sammarinese, Antonella Mularoni.

A saltare subito all’occhio, soprattutto visti gli ultimi casi di cronaca, è appunto il tema del segreto bancario del Titano. Ebbene, all’art. 3 della bozza si parla di prevenzione e contrasto sia del riciclaggio che degli abusi di mercato. In entrambi i casi le parti si impegnano ad «assicurare la piena applicazione degli obblighi di adeguata verifica, di registrazione e conservazione dei dati e di segnalazione di operazioni sospette». Subito dopo la grande novità, laddove si dice, a proposito di lotta al riciclaggio, che le parti sono impegnate ad assicurare «la trasmissione, anche in deroga al segreto bancario, dai soggetti obbligati alle controparti dell’altro paese delle informazioni necessarie per l’adempimento degli obblighi in materia di contrasto al riciclaggio e al finanziamento del terrorismo, anche in presenza di soggetti parti di un rapporto fiduciario». Stessa musica per la lotta agli abusi di mercato. Anche qui le parti si impegnano a garantire «la trasmissione, anche in deroga al segreto bancario, delle informazioni necessarie all’identificazione dei beneficiari finali delle transazioni sui mercati finanziari, assicurando adeguata collaborazione tra la Consob e la Banca centrale di San Marino».

Insomma, attraverso l’espressione «anche in deroga al segreto bancario», che per la prima volta viene messa nero su bianco in un accordo tra Italia e Titano, sembra proprio che la piccola repubblica abbia accettato di cedere qualche porzione di quel gioiello finora gelosamente custodito. La bozza di accordo, in realtà, si apre da subito alla collaborazione. L’art 1, parti si impegnano a prestarsi reciproca ed effettiva collaborazione in particolare per quanto riguarda la vigilanza nei settori bancario, finanziario e assicurativo, l’analisi finanziaria e l’attività investigativa contro il riciclaggio dei proventi di attività criminose e il finanziamento del terrorismo, il controllo sui movimenti transfrontalieri di denaro». Dopodiché si aggiunge che «la collaborazione sarà prestata senza porre vincoli di riservatezza nello scambio di informazioni tra le autorità competenti nelle predette materi nonché, ai fini della vigilanza consolidata, tra capogruppo di una parte e istituzioni finanziarie controllate dell’altra». Quest’ultimo passaggio di riferisce ai casi in cui una banca sammarinese controlla un istituto italiano e viceversa. Si tratta, per esempio, del caso della Cassa di risparmio di San Marino, che controlla la finanziaria Delta con sede a Bologna (coinvolta nella recente inchiesta della magistratura di Forli), ma anche del caso di Unicredit, banca italiana che controlla la Banca agricola commerciale che ha sede nel Titano. All’articolo 2, ancora, la parte sammarinese si impegna ad adottare nel proprio ordinamento norme che si richiamino ai regolamenti del parlamento Ue e del consiglio in materia di trasferimento dei fondi e di trasporto di denaro contante (sono i regolamenti n. 178112006 e n.1889/2005). Non si tratta di un recepimento tout court, ma di una volontà di adeguamento. Lo stesso articolo prevede che il Titano adotterà una normativa in tema di anagrafe centralizzata dei rapporti finanziari presso la Banca centrale. Un passaggio voluto dalla parte italiana che per potrebbe essere corretto. Infine l’art. 4 istituisce una commissione mista tra istituzioni sammarinesi e italiane per il monitoraggio e l’eventuale aggiornamento dell’accordo. Siamo di fronte, in pratica, alla prospettiva di una manutenzione flessibile dell’accordo, voluta in particolare dal Titano. Manca la parte fiscale, che per sarà oggetto di un accordo ad hoc sulle doppie imposizioni che San Marino stipulerà a seguire con l’Italia e altri paesi. In gioco, tra l’altro, c’è l’obiettivo di uscire dalla lista grigia dell’Ocse.

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