Scuola: non solo numeri. Replica alla Francesca Michelotti

Scuola: non solo numeri. Replica alla Francesca Michelotti

Scuola: non solo numeri


Il PDCS non condivide le infelici espressioni del Segretario di Stato per l’Istruzione nei confronti degli insegnanti che, per avere manifestato legittime riserve sul metodo usato e sul merito dei progetti di legge in materia di riordino delle direzioni scolastiche e in materia di “diritto all’educazione, istruzione e integrazione degli alunni con disabilità, disturbi dell’apprendimento e grave svantaggio sociale”, si sono visti qualificare come resistenti al cambiamento e difensori di propri particolari interessi.

Risulta parimenti equivoco l’invito rivolto alle Organizzazioni Sindacali a tutelare gli insegnanti mentre i dirigenti debbono (in esclusiva?) tutelare i bambini, quasi ad insinuare un conflitto di interesse fra gli insegnanti stessi e gli alunni.


Le dichiarazioni del Segretario di Stato per l’Istruzione sono gravi e offendono gli insegnanti che nella scuola si impegnano in prima persona per svolgere il proprio lavoro di educatori chiamati ogni giorno a rimettersi in discussione; tali affermazioni, con il peso della carica istituzionale ricoperta, gettano discredito su una categoria meritevole di rispetto, stima e attenzione da parte della cittadinanza tutta.


Il PDCS ha presentato nell’ultima sessione consiliare un apposito Ordine del Giorno con il quale invita il Governo ad illustrare le linee programmatiche complessive in materia di Istruzione e ad esperire il necessario dibattito parlamentare prima dell’avvio dell’iter legislativo dei singoli progetti di legge.

Per quanto concerne i preannunciati provvedimenti il PDCS ritiene doveroso avanzare fin da subito qualche riserva e, con l’intento di offrire il proprio costruttivo contributo, richiamare la necessità di procedere ad una riflessione approfondita sulla realtà scolastica sammarinese e sugli obiettivi che si vogliono perseguire.


Il PDCS non ritiene infatti che il discorso sul riordino delle direzioni scolastiche possa ridursi ad una mera operazione aritmetica che porta giocoforza ad un unico risultato livellante (alla pura evidenza dei numeri), senza considerare le peculiarità dei singoli ordini, la loro articolazione sul territorio, l’organizzazione della didattica, le esigenze e le caratteristiche specifiche dell’utenza e degli insegnanti.
Così come sarà necessario valutare attentamente nei suoi effetti la riduzione a una delle tre circoscrizioni di scuola media e l’accentuazione marcata della funzione dirigenziale, che si vuole manageriale, a scapito, sembra, delle prerogative intangibili di autonomia, di pluralismo e di partecipazione della funzione docente. E al proposito risulta piuttosto sconfortante constatare come la scarsa fiducia nei Collegi docenti abbia indotto ad abbandonare le norme attuali, che prevedono la nomina dei vice dirigenti da parte degli insegnanti, per un sistema che in cui la scelta è posta in capo al dirigente stesso!

Né ci convince il proposito, sacrosanto nelle finalità dichiarate, di voler prestare una cura maggiore all’inserimento proficuo degli alunni con disabilità, disturbi dell’apprendimento e grave svantaggio sociale, sottoponendo gli insegnanti precari all’ennesimo corso e costringendoli a raccogliere altri attestati per poter mantenere la propria posizione in graduatoria. Si è pensato che, data una preparazione di base adeguata, forse, si potrebbe intervenire ancor più utilmente, facendo tesoro delle tante e pregevoli esperienze maturate e utilizzando le risorse disponibili per accompagnare, a partire anche dalle esigenze concrete, il lavoro degli stessi insegnanti? O, forse, come temiamo, si tratta di una semplice scusa per foraggiare ulteriormente il Dipartimento della Formazione?


Di questo vorremmo ragionare. Ma c’è dell’altro: non sarebbe opportuno, a fronte di intereventi come quelli preannunciati, parlare anche di investimenti e risorse per la scuola? Ha notato qualcuno del Governo che, ad esempio, il numero degli studenti della Scuola Secondaria Superiore sta aumentando e che il nostro caro e vecchio ospedale risulta sempre più inadeguato a svolgere la funzione di una struttura scolastica e insufficiente ad accogliere tutti?

Ufficio Stampa

PARTITO DEMOCRATICO CRISTIANO SAMMARINESE

San Marino, 17 giugno 2007

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