UN’OCCASIONE PER RIPENSARE LA SCUOLA. L’ABOLIZIONE DEGLI ESAMI DI SETTEMBRE (Versione Breve)

UN’OCCASIONE PER RIPENSARE LA SCUOLA.  L’ABOLIZIONE DEGLI ESAMI DI SETTEMBRE (Versione Breve)

UN’OCCASIONE PER
RIPENSARE LA SCUOLA

L’ABOLIZIONE DEGLI ESAMI
DI SETTEMBRE

.
NUOVA SECONDARIA,15 novembre 1994, Editrice la Scuola,
Brescia
 

La
decisione di abolire gli esami di seconda sessione nelle scuole secondarie di
secondo grado e di  attivare corsi ‘compensativi’,   presa  in un momento in
cui  si sta sviluppando  la  cultura dell’autonomia, può  costituire
un’occasione per  mettere alla prova  la volontà e le capacità  innovatrici
delle scuole, cioè  i presupposti della  stessa autonomia.

Qui ci si limita a
qualche considerazione di ordine organizzativo, e, più precisamente, a prendere
in esame una ipotesi  incentrata sulla ristrutturazione del calendario
scolastico.

 

Il
calendario scolastico consueto, visto dalla parte degli studenti e dei genitori,
è formato da due grandi blocchi: quello delle lezioni che va dalla metà di
settembre alla prima decade di giugno  e quello delle vacanze che dura
ininterrottamente per  oltre tre mesi. Una frammentazione di tali  blocchi
arrecherebbe,  di per sé,   secondo alcuni, un miglioramento al servizio
scolastico.

Dall’altra parte gli
insegnanti sono impegnati, a vario titolo, dai primi di settembre fino a
tutta    la seconda decade di  giugno. In tale arco di calendario i giorni utili
sono  oltre  220. Di questi,  200 circa sono utilizzati   per le lezioni
curriculari. 

Anticipando alla prima
decade di settembre l’inizio delle lezioni e posticipandone   la  fine 
all’ultima  decade di giugno,  si ricaverebbe un monte di oltre 20 giorni utili,
disponibili durante l’anno scolastico per  svolgere attività aggiuntive. I
consueti 200  giorni di lezione possono essere ripartiti e concentrati    in tre
periodi,  corrispondenti, grosso modo, agli “antichi”  trimestri. Al termine del
primo e del secondo trimestre, c’è spazio per  due (brevi) periodi  in cui
attivare il recupero.

 

Nei periodi normali di
lezione, il recupero è difficoltoso. I ragazzi, anche quelli che conseguono 
risultati sufficienti,  sono, in genere,  pienamente  impegnati.  Non è
ragionevole pretendere,  proprio dai ragazzi  già in difficoltà nel far fronte
all’ordinario,  di recuperare, in contemporanea, anche  il  pregresso, sia pure
in alcune materie.

Le
attività di recupero proposte nei momenti di sospensione delle lezioni hanno,
presumibilmente, una maggiore efficacia. Ed è senz’altro più  facile
l’organizzazione. Ad esempio, comunque si organizzi il recupero, necessariamente
si dovranno aggregare  ragazzi di  classi parallele. Nell’ipotesi in esame,  non
è necessario  chiedere   agli insegnanti di materie uguali di classi parallele 
di regolare  la trattazione degli argomenti  a   cadenze più ravvicinate di
quelle  trimestrali.

Altro aspetto
organizzativo non trascurabile: la segnalazione dei ragazzi “invitati” ad
usufruire delle attività di recupero, avviene in sede di Consiglio di Classe,
quando questo organismo è riunito per un compito ‘istituzionale’. La
deliberazione di “invitare” un ragazzo a partecipare al corso di recupero per
una materia è  strettamente (non automaticamente) collegata alla valutazione
espressa dallo stesso  Consiglio di Classe per  quel ragazzo in  quella 
materia.

Un’altra
puntualizzazione. Nell’ipotesi in esame le attività di recupero  possono essere
affidate  a insegnanti già in servizio o ad insegnanti esterni (su deliberazione
del Consiglio di Istituto qualora  la decisione venga demandata agli 
istituti).

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