Secondo bando di selezione per il reclutamento del direttore del Servizio Territoriale Domiciliare. Interpellanza Francesca Michelotti SU

Secondo bando di selezione per il reclutamento del direttore del Servizio Territoriale Domiciliare. Interpellanza Francesca Michelotti SU

GRUPPO CONSILIARE DI SINISTRA UNITA 

INTERPELLANZA 

Venerdì 11 settembre scorso è scaduto il termine del secondo bando emesso dal Direttore Generale dell’ISS Bianca Caruso per il reclutamento del Direttore del Servizio Territoriale Domiciliare. 

Si tratta del secondo bando perché il primo è stato ritirato in seguito alle pressioni esercitate dalla Centrale Sindacale Unitaria che vi aveva riscontrato errori e lacune tali da metterne in seria discussione la legittimità. Infatti anche all’osservatore più distratto non sarebbe sfuggita l’assoluta carenza  dei criteri di valutazione e inoltre come il titolo di studio richiesto fosse uno e solo uno, la laurea in sociologia con indirizzo socio sanitario. Quell’unico titolo richiesto restringeva fatalmente a pochissimi soggetti – uno – la rosa dei candidati, e il chiarissimo disegno del reclutamento pilotato del personale mirato a un preciso candidato si completava con l’assoluta discrezionalità della Commissione incaricata di sovraintendere ai colloqui anzi, in questo caso, ‘al colloquio’ di accertamento delle capacità richieste dal ruolo.  

E così si è arrivati al secondo bando, ma anche questo non sembra rispettare le promesse. 

Nella foga di riparare alla eccessiva laconicità del primo testo gli estensori mettono in fila una serie di errori marchiani: i titoli di studio passano da uno a dodici, anche se quattro di quelli indicati  sono lauree triennali che, a norma di legge, non sono sufficienti per accedere a un posto dirigenziale nel settore pubblico. 

Resta irrisolto il quesito dove e come debbano essere stati espletati i sei anni di servizio richiesti e di quale servizio si tratti. 

Non una parola di più sui criteri di valutazione, tranne che nel colloquio i candidati dovranno dimostrare di possedere competenze in ambito sanitario.  Ci si dimentica però che i candidati non sono medici e che le competenze da esprimere, caso mai, sono per il settore sociosanitario!

Ma c’è di più, tanto per allungare il brodo, viene aggiunto un inutile e inaudito comma denominato “Norme italiane”. Il bando è un atto pubblico sammarinese e agli estensori andrebbe spiegato che qui siamo nella Repubblica di San Marino. Ci auguriamo che questo scivolone sia solo frutto di ignoranza o sciatteria e non, come molti temono, di una volontà di omologazione del nostro Istituto alla realtà sanitaria italiana.   

Sconcerta la leggerezza con la quale viene trattata la procedura di incarico per una posizione direttiva. In una contingenza storica così difficile per chi ambisce a trovare lavoro, questo incarico rappresenta per tantissime persone un’opportunità rara di realizzazione personale e professionale e dunque la Direzione dell’ISS, disponendo di una vasta scelta, avrebbe veramente la possibilità di assicurare alla parte pubblica il migliore candidato attivando procedure giuste, efficaci ed obiettive per selezionare il merito. Invece quello che riesce a produrre è un secondo bando confuso e pasticciato che, soprattutto, non mostra alcun ravvedimento rispetto alle intenzioni clientelari del primo, e anzi conferma come la Direzione e la Segreteria di Stato intendano testardamente e arrogantemente tirare dritto.

Due sono gli interrogativi che è lecito porsi di fronte a tanto disinvolto decisionismo, uno di metodo e l’altro di merito, e perciò  

interpello il Governo 

allo scopo di comprendere gli intendimenti della sua condotta su due questioni rilevanti: 

La prima riguarda il metodo delle assunzioni nell’ISS che prevede sempre procedure di scelta rapida con ampi margini di discrezionalità. Perché il Governo applica questa doppia velocità per le assunzioni nel settore pubblico? Per reclutare il Direttore Generale dell’Università degli Studi – anch’esso con incarico triennale come nel caso del Direttore del Servizio Territoriale Domiciliare – è stato scelto il ‘concorso pubblico’, modalità più garantista sia sotto il profilo della efficacia che della trasparenza, con un bando chiaro e ben articolato negli aspetti normativi, nei requisiti, nelle modalità di accertamento delle attitudini e delle competenze professionali o trasversali, nei criteri di valutazione e di punteggio. Perché la stessa attenzione alla spesa, alla ricerca dell’eccellenza professionale, alla trasparenza e all’equanimità dei processi di scelta del personale viene ancora una volta ignorata all’ISS? 

La seconda questione, di merito, riguarda invece la ventilata e per lungo tempo coltivata intenzione di accorpare il Servizio Territoriale Domiciliare ad altri servizi, declassandolo da Unità Organizzativa Complessa a Unità Organizzativa Semplice, situazione che renderebbe del tutto superflui la presenza e i costi di un ruolo dirigenziale. 

Perché, alla luce della modestia del suo organico, questo servizio è considerato complesso? C’è forse il progetto di farne qualcosa di diverso? Di potenziarlo, di ampliarne le funzioni? 

Ma in quest’ultimo caso la modalità del ‘bando di selezione’ non sarebbe adatta, perché troppo riduttiva e semplificata per garantire al meglio una figura dirigenziale alla quale si richiederebbero ben altre prestazioni, progettualità e capacità di quelle richieste dal bando.

E se invece non è questo l’obiettivo, allora perché non si è operato in un’ottica di corretta spending review economizzando i costi di un dirigente superfluo per riversarne il risparmio sui servizi più in difficoltà? 

Ringraziando per l’attenzione, chiedo risposta orale.

Francesca Michelotti

San Marino, 15 settembre 2015/1715 d.F.R.

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