Secondo l’Osla va abbandonata la Monofase per passare all’Iva

Secondo l’Osla va abbandonata la Monofase per passare all’Iva

SISTEMA IVA, WORKSHOP OSLA: “L’ERA DELLA MONOFASE E’ FINITA”
IL PADRE DELL’IMPOSTA SAMMARINESE: “GUARDIAMO ALL’EUROPA”  
    Se arrivasse l’attesa firma degli accordi con l’Italia, le fondamenta dell’economia di San Marino sono tali da garantire competitività e sviluppo? Questa la domanda con cui Luigi Tontini, presidente Osla, ha aperto il workshop organizzato venerdì scorso, alla sala Montelupo di Domagnano, dalla sua associazione, in collaborazione con De Agostini Spa-Iniziative speciali. “Il nuovo modello economico della Repubblica di San Marino. Percorsi e strategie” è stata l’occasione per “buttare il sassolino” sui temi dell’attualità economica del Paese. A rispondere alla domanda del presidente ci ha pensato un relatore d’eccezione, l’Avv. Alvaro Selva, politico di lungo corso, nonché  uno degli autori del sistema monofase, introdotto in Repubblica nel’72 attraverso una trattativa con il governo italiano. Ma oggi è il suo stesso fautore a dichiararne il superamento. “Da tempo sostengo che il sistema delle imposte sulle importazioni sia da modificare- ha spiegato infatti Selva- perché i nuovi scenari impongono scelte di trasparenza per l’inserimento di San Marino nel contesto europeo”.
    Di fatto, per l’ex segretario di Stato se la firma con l’Italia dovesse arrivare “i problemi del nostro Paese non sarebbero risolti”, proprio perché “la sua economia, ormai devastata ne trarrebbe scarsi vantaggi”. Al contrario, al Titano serve “un progetto economico che preveda, da un lato, interventi urgenti per la diminuzione del debito e, dall’altro, riforme strutturali”. Quelle in corso d’opera non soddisfano appieno il relatore. In particolare, la riforma del sistema delle imposte dirette, secondo il relatore, dovrebbe essere preceduta dalla “più urgente” riforma dell’imposta sulle importazioni. Quindi, la proposta di Selva è di introdurre “da subito con assoluta priorità, il sistema Iva adottato dagli Stati europei”. Le ragioni che fanno sposare l’urgenza del sistema Iva sono principalmente tre. In primis perché “l’introduzione dell’Iva adegua il sistema tributario sammarinese a quello dell’Ue”.  La scelta di avvicinarsi all’Unione europea “non può non partire- ha fatto notare l’ex segretario di Stato- se si vuol essere credibili, dall’adozione dei sistemi legislativi comunitari”. Poi perché “l’adozione del sistema Iva investe già le importazioni, le esportazioni e tutti gli scambi che si svolgono all’interno del territorio”. Infine, il passaggio all’Iva consente un corretto scambio delle informazioni, “evitando così- ha concluso Selva- definitivamente i dolorosi episodi delle triangolazioni che tanto hanno danneggiato la Repubblica”.
Durante il workshop anche il direttore Osla Giorgio Chiaruzzi ha evidenziato i vantaggi del sistema Iva e le pecche di quello monofase: “Dopo la riduzione del 2% della monofase- ha fatto notare- non c’è stato un proporzionale abbassamento dei prezzi, a causa della struttura dell’imposta”. Di pari passo, non si è avuto un allargamento dei consumi e “per lo Stato la riduzione di 2 punti percentuali si è tradotta in un calo del gettito monofase dell’11,7% del bilancio”. Si pone poi il problema del suo aggiornamento, a seguito dell’aumento dell’1% dell’Iva: in base agli accordi tra i due Stati, risalenti al ’74, la differenziazione delle imposte non deve essere superiore ai 5 punti percentuali. “Si rende così necessario- ha spiegato il direttore- l’innalzamento di un punto percentuale della monofase, ferma oggi al 15%”. Di qui la proposta di passare al sistema Iva al 16%, su cui Osla ha già pronto uno studio e delle proiezioni.
Infine, in chiusura dei lavori, il presidente Tontini ha ripreso la parola per lanciare un appello alla politica sammarinese affinché faccia più squadra con il mondo delle imprese. “Noi organizziamo serate come queste- si è sfogato il presidente- e loro non riescono ad ascoltare, ma noi non andremo a gridare sul Pianello, cerchiamo invece di incontrarli più spesso e di portarli ai tavoli”.

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