Segreteria Esteri: precisazione su mancata sottoscrizione del Titano, Convenzione di Istanbul contro violenza alle donne

Segreteria Esteri: precisazione su mancata sottoscrizione del Titano, Convenzione di Istanbul contro violenza alle donne

In riferimento alle notizie di stampa riportate in data odierna in merito alla mancata sottoscrizione da parte sammarinese della Convenzione di Istanbul contro la violenza alle donne, questa Segreteria di Stato intende fare alcune precisazioni.

Il tema della violenza domestica continua ad essere di fondamentale importanza per la Repubblica di San Marino, da sempre attenta alla difesa e tutela di tutti i diritti umani. L’impegno della Repubblica in questo campo, infatti, non si è limitato alla campagna condotta durante il semestre di Presidenza del Consiglio dei Ministri del Consiglio d’Europa, ma è proseguito con la partecipazione attiva alle varie iniziative del Consiglio d’Europa e delle altre Organizzazioni internazionali di cui San Marino è Stato membro relative a questa tematica.

In particolare, una delegazione sammarinese di esperti in questioni di genere – tra cui l’Avv. Kristina Pardalos, attuale Giudice alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo – ha partecipato alla stesura del testo della Convenzione europea di Istanbul.

Il contributo del nostro Paese nel comitato di redazione è stato significativo, in quanto San Marino ha svolto la funzione di mediatore tra le posizioni divergenti assunte dagli Stati partecipanti. L’azione della Repubblica nei negoziati è stata accolta con grande favore dalla Presidenza e da ONG come Amnesty International.

Si sottolinea che la legge “Prevenzione e repressione della violenza contro le donne e di genere” ha trovato attuazione nel maggio 2012 con Decreto Delegato n. 60; fino a quel momento, infatti, tale legge era priva di molti strumenti che ne potessero concretizzare l’efficacia.

La Segreteria di Stato agli Affari Esteri specifica che ai sensi del diritto internazionale la sola firma non permette l’entrata in vigore della Convenzione e che quest’ultima non è vincolante per lo Stato firmatario. E’ invece la ratifica lo strumento che conferisce applicazione alla stessa e che impegna concretamente lo Stato a rispettarla. Attualmente, la Convenzione di Istanbul è stata sì firmata da 29 Stati, ma ratificata solamente da 3. Di conseguenza non è ancora entrata in vigore perché sono richieste almeno 10 ratifiche. Anziché concorrere ad accrescere il numero delle firme – che non contribuiscono né all’entrata in vigore né sono propedeutiche alla ratifica – San Marino preferisce in via preventiva alla futura adesione accertare la rispondenza del proprio ordinamento. Si ritiene dunque maggiormente opportuno risultare pienamente conformi ai criteri enunciati dalla Convenzione e alla verifica del suo meccanismo di monitoraggio, in linea con la coerenza e serietà finora dimostrate, tenendo fede all’impegno profuso.

La lotta alla violenza contro le donne merita più di una mera manifestazione di intenti.

Per questi motivi è stato richiesto un opportuno esame del testo della Convenzione e del relativo Rapporto esplicativo a tecnici ed esperti dell’Avvocatura dello Stato, al fine di verificare la corrispondenza dei nostri testi normativi e delle prassi conseguenti all’entrata in vigore del Decreto Delegato, nonché di identificare le eventuali lacune e inadempienze presenti.

Questo lavoro, che riteniamo debba essere ultimato il più celermente possibile, è la condizione per giungere alla firma della Convenzione e per sostenerne concretamente la sua attuazione.

 

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