Segreto bancario e lauree fra Italia e San Marino.

Segreto bancario e lauree fra Italia e San Marino.

Corriere della Sera

Università e Fisco. La mossa dell’Italia in Parlamento per ottenere le liste
dei contribuenti

 Disfida delle lauree con San Marino

 Roma
frena sul riconoscimento. Pressione per il segreto bancario

Lorenzo Salvia

«Ritorsione». Il disegno di legge usato come forma di pressione per ottenere informazioni sui soldi

Mantica. Il Senatore del Pdl: vengano pagate le tasse dovute.

ROMA — È uno di quei disegni di legge che di solito viene approvato in cinque minuti, poco più di una formalità. E invece ne potrebbe nascere un caso diplomatico, con la tentazione della «ritorsione accademica». Sul tavolo della commissione Esteri del Senato c’è la ratifica di un accordo fra Italia e San Marino, il riconoscimento reciproco dei titoli universitari. La discussione fila via liscia quando a chiedere la parola è Alfredo Mantica, senatore del Pdl, che da ex sottosegretario agli Esteri conosce bene la questione: «I rapporti bilaterali fra Italia e San Marino — dice il senatore — conoscono oggi una fase di difficoltà e tensione per le distanti posizioni in materia di segreto bancario. Il dialogo risulta difficile soprattutto a livello di amministrazioni finanziarie. Per questo serve una ripresa dei negoziati in senso costruttivo». Eccolo qui il vero problema.

(Il testo, di qui in avanti, è stato  ricavato da quotidianamente.net)

Anche se negli ultimi tempi qualche passo è stato fatto, e San Marino non è più nella black list internazionale dei paradisi fiscali, le ombre ci sono ancora. L’Italia aveva chiesto alla piccola Repubblica lo scambio automatico delle informazioni sui conti bancari, ma le posizioni si sono irrigidite da tutte e due le parti. Ed è proprio a questo punto che spunta fuori la tentazione della «ritorsione accademica». Giusto far passare in cinque minuti quel trattato sul riconoscimento delle lauree se prima non si risolve una volta per tutte il problema dell’evasione fiscale, del nero e del sommerso che nonostante tutto gira ancora intorno a San Marino? Insomma, l’idea nemmeno troppo sotterranea era usare quel piccolo disegno di legge come strumento di pressione per spingere il Titano a togliere definitivamente il velo dal segreto bancario. Il senatore Mantica la gira in positivo: «È vero che loro potevano fare tutto più alla svelta, ma è anche vero che negli ultimi tempi hanno cominciato un percorso virtuoso. Sediamoci intorno a un tavolo e decidiamo cosa fare una volta per tutte».

Alla fine in commissione la ratifica del trattato è passata. Il relatore Giampaolo Bettamio, sempre del Pdl, ha sostenuto che non era quella la sede per affrontare la questione. Ma l’esame in commissione era solo il primo passo, nelle prossime settimane quel testo di tre articoli arriverà in Aula. E il problema sarà sollevato di nuovo, forse non solo da Mantica ma anche dal partito democratico, dove pure l’idea della ritorsione accademica ha qualche estimatore. Al di là della trattativa ufficiale, da San Marino l’Italia avrebbe voluto la lista dei conti correnti «segreti» intestati agli italiani. Ma su questo la Repubblica non ha mai ceduto e difficilmente cambierà idea. Una possibile soluzione la suggerisce sempre Mantica: «Facciamo come Germania e Svizzera con il meccanismo del sostituto d’imposta. La Svizzera non ha dato alla Germania i nomi in chiaro di chi aveva da loro un conto segreto. Ma li ha trasmessi in modo riservato, comunicando l’ammontare delle somme depositate. Nessuna lista dei cattivi da dare in pasto al pubblico ma così su quei soldi nascosti al Fisco i tedeschi pagano le tasse dovute al loro Paese». In fondo l’obiettivo della ritorsione accademica sarebbe proprio questo. Con qualche numero a sostenere la causa. Quella di Forlì, la porta di accesso a San Marino, è una delle province italiane dove circolano più banconote da 500 euro. Un taglio che i comuni mortali non vedono mai e che però è diventato lo strumento di lavoro quotidiano per il riciclaggio, il nero, il sommerso. E che un anno fa è stato messo fuori legge dalla Gran Bretagna con questa sintetica spiegazione: «Non ha nessun uso legittimo credibile».

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