Sesto appuntamento con la rubrica ‘La vita che vorrei’. Interazione con l’ambiente

Sesto appuntamento con la rubrica ‘La vita che vorrei’. Interazione con l’ambiente

Nell’ultimo appuntamento abbiamo introdotto i livelli logici, un fattore molto importante sul quale si lavora intensamente e con risultati certi. E allora iniziamo a parlare di ambiente, il luogo o i luoghi dove passiamo del tempo e dove ci creiamo degli spazi, quello che ci circonda, che spesso o quasi sempre, influenza la nostra vita. L’ambiente ci imprime convinzioni, determinati comportamenti, ci da un’identità, è un fattore impossibile da trascurare perché lo si vive direttamente e indirettamente.
Proverei a spiegare meglio questi livelli logici col raccontarvi una storia.
Un giorno, mentre stavo con degli amici a parlare del più e del meno, si iniziano ad introdurre alcuni argomenti sul lavoro, su come sono andate le giornate e una cara amica inizia a parlare del suo ambiente di lavoro. Inizia a raccontarmi che da un anno a questa parte è stata trasferita in un altro ufficio, cambiando completamente lavoro e colleghi. Il primo impatto è stato traumatico, infatti nonostante l’adrenalina di incominciare un nuovo lavoro, non sapeva cosa la aspettava, non aveva idea di quale tipo di lavoro si trattasse e soprattutto come si sarebbe trovata all’interno di quel nuovo posto. Il primo approccio è stato quello di entrare in sintonia coi colleghi, con le persone che la circondavano, ma aveva immediatamente notato la differenza che c’era. Oltre ai caratteri diversi, vi era proprio un approccio al lavoro diverso, un modo di affrontare la giornata diversa, un rapporto con le altre persone diverso. Probabilmente una era “mosca bianca”, aveva dato per scontato troppe cose, dimenticandosi che ogni ambiente ha le sue caratteristiche e determinate regole.
Ciò cosa significa? Semplicemente che all’interno di qualsiasi ambiente ci sono individui con caratteristiche simili, o che perlomeno li accomunano l’un l’altro, compresi anche modi di fare e situazioni. Quindi ogni ambiente è diverso dagli altri, magari ci sono similitudini tra loro ma ognuno possiede delle “regole interne” che vanno osservate, quindi nel momento in cui ci si inserisce in un nuovo ambiente si deve assolutamente tener conto di questi fattori.
Tornando a parlare con la mia amica, le ho chiesto semplicemente se lei aveva provato a mettersi nei panni dei suoi colleghi, se aveva tentato di mettere in pratica e seguire le regole di quell’ambiente. Lei naturalmente non ci aveva nemmeno pensato, non solo, voleva tentare di imporre il suo modo, trovandosi così contro un muro, col rischio di sbatterci forte e rimetterci. Il mio tentativo è stato quello di farle capire che era necessario prima adattarsi e poi provare a migliorarlo in base alle proprie esigenze. Le ho fatto notare che integrandosi il prima possibile al nuovo ambiente, accettando almeno inizialmente quello che si presentava, avrebbe agevolato il suo modo di porsi verso il lavoro imparandolo più velocemente, e verso i nuovi colleghi creando un feeling piacevole che avrebbe allietato le giornate.
Infatti bisogna capire che una delle prime cose che si possono fare è proprio quella di “accettare” il nuovo ambiente, cercando di adattarlo a noi, per poi utilizzare il meglio di quello che ci offre e provare a cambiare quello che non ci va bene, se si può cambiare, altrimenti adattarlo alle nostre esigenze. Quando si parla di adattamenti o di accettare qualcosa, bisogna capire che si tratta di un’operazione difficile e sicuramente non spontanea, per la quale è necessario un lavoro ed uno sforzo.
Così la mia amica ha iniziato un lavoro su se stessa, ha messo in conto di volersi integrare nel nuovo ambiente, cercando di apprendere le usanze, le regole e i vari modi di esso, ma naturalmente filtrando tutto. In questo modo assumeva atteggiamenti diversi, acquisiva nuove capacità, e di tutto questo ne faceva tesoro cercando di integrarlo con quello che già sapeva. In breve tempo è riuscita ad adattarsi al nuovo ambiente, con le regole principali e cambiandone qualcuna che non era di suo gradimento. Ha subito capito le caratteristiche fondamentali di quell’ambiente, come influivano su di lei e che comportamento doveva avere, potendo così inserirsi velocemente con la possibilità di operare al suo interno nel modo migliore.
Cosa sarebbe successo invece se la mia amica non avesse fatto questo tipo di lavoro? Se si fosse ostinata nel voler imporre delle sue regole?
Il rischio più grande, probabilmente, sarebbe stato quello di essere “espulsa” da quell’ambiente, per incompatibilità o per mancata integrazione. Avrebbe avuto grosse difficoltà nel modo di lavorare, disagi nell’interagire e nel rapportarsi con personale interno e/o esterno, presumibilmente non avrebbe acquisito nuove capacità e non avrebbe utilizzato tutte le sue. Insomma, si sarebbe trovata in un conflitto sia interno che esterno, difficile da sostenere e che avrebbe potuto influire sulla sua vita, non solo lavorativa.  
Sicuramente non è facile capire tutto e specialmente metterlo in pratica, però è importante fare degli sforzi al fine di essere in grado di gestire quello che ci circonda portandolo a nostro vantaggio e magari adattandolo alle nostre esigenze. Al giorno d’oggi bisogna sapersi adattare in modo rapido, non dando per scontato che un modo di fare di anni addietro, sia ancora ideale per il presente e difficilmente lo sarà per il futuro. Le persone quindi devono essere in grado di apprendere velocemente ed essere subito pronte alle novità, con la voglia di crescere mettendo in risalto le proprie qualità, non sottovalutandole o peggio utilizzandole in modo sbagliato.
Ma tutto questo è un esempio del mondo lavorativo, che può riflettersi nella scuola, nella famiglia, nelle società sportive e in molte altre situazioni, ecco allora giustificato un intervento del coach!
Al prossimo appuntamento per parlare dei nostri comportamenti.

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