‘Siamo tutti pedoni’. La campagna nazionale per la sicurezza degli utenti deboli della strada fa tappa a Rimini lunedì 6 aprile.

‘Siamo tutti pedoni’. La campagna nazionale per la sicurezza degli utenti deboli della strada fa tappa a Rimini lunedì 6 aprile.

Strade amare per i pedoni italiani. Nel 2007 ne sono stati uccisi 627 e 20.525 feriti. Il 29% dei pedoni ha perso la vita mentre attraversava la strada sulle strisce. Tra i più colpiti ci sono gli anziani: oltre il 50% delle vittime ha più di 65 anni.

Per richiamare l’attenzione su questa tragedia è partita il 25 marzo, sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, la campagna nazionale ‘Siamo tutti pedoni’. Da Rimini a Roma, da Bologna a Palermo, da Milano a Cosenza, da Trieste a Bari.
Hanno aderito alla campagna, insieme alla Provincia e al Comune di Rimini, i sindacati Spi-Cgil, Fnp Cisl e Uil Pensionati, scuole, aziende sanitarie, associazioni. Tra gli altri: Osservatorio per l’Educazione Stradale e la Sicurezza della Regione Emilia-Romagna, Aci, Unione Italiana Ciechi, sindacati dei pensionati, Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada, Camminacittà-Federazione Italiana per i Diritti del Pedone, Auser, Anpas, Anmil, Aias, Fiaba-Anthai, Asaps, sicurauto.it, Legambiente, Fiab. La campagna è coordinata dal Centro Antartide di Bologna.

Per tutelare gli utenti deboli della strada serve innanzitutto far crescere la cultura del rispetto per chi cammina. Serve più senso di responsabilità da parte di chi guida. Servono percorsi pedonali protetti, reti di piste ciclabili, l’abbattimento delle barriere architettoniche. Fondamentale è anche mettere in sinergia il lavoro educativo con quello svolto nel campo della prevenzione e della repressione dalle forze dell’ordine. Serve l’utilizzo diffuso delle tecnologie per scoraggiare comportamenti pericolosi. Serve, come per altri paesi europei, l’introduzione dell’obbligo per i conducenti di dare sempre la precedenza anche ai pedoni che si accingono ad attraversare. Serve più attenzione da parte dei costruttori delle auto.

Nel nostro paese anche il semplice attraversamento sulle strisce è un’esperienza a rischio nonostante il pedone abbia il diritto alla precedenza. Non è così negli altri paesi europei dove il pedone è sacro e chi guida si ferma al solo presumere che il pedone voglia attraversare. Il semplice rispetto delle regole da parte di tutti, a partire dai limiti di velocità, renderebbe possibile – subito e a costo zero – la diminuzione drastica delle vittime. Un pedone investito a 30 km orari ha solo il 50% di possibilità di sopravvivere. Il 10% di possibilità se investito a 50 km orari. Oltre i 60 km orari non ha speranza. Vale anche per i ciclisti.

Tante le iniziative programmate nel corso della campagna che dura sino a maggio.

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