Sindacati CSdL-CDLS della Colombini S.p.A: Superamento tassa etnica e franchigia, finalmente si è voltato pagina

Sindacati CSdL-CDLS della Colombini S.p.A: Superamento tassa etnica e franchigia, finalmente si è voltato pagina

Superamento tassa etnica e franchigia, finalmente si è voltato pagina

20/12/2013 – L’annosa vicenda che ha riguardato migliaia di lavoratori frontalieri, che non dimentichiamolo nel loro insieme rappresentano una delle “aziende” più grandi della regione Emilia-Romagna, ha finalmente segnato un positivo epilogo. Crediamo  che l’importante doppio risultato ottenuto (superamento della tassa etnica e franchigia) possa e debba essere considerato un punto di partenza e non di arrivo per elaborare attente e prospettiche considerazioni.

Sono stati anni difficili e frustranti per chi ogni giorno varcava il confine per venire a prestare la propria attività nella più antica Repubblica del mondo, che auspichiamo possa tornare quanto prima e con slancio a creare ed offrire nuove opportunità occupazionali. Frustranti perché le distorsioni presenti nel sistema paese sammarinese, causa e/o concausa del deterioramento dei rapporti diplomatici tra i 2 Stati, hanno prodotto riverberi che poi si sono ingiustamente scaricati sulla parte più debole, ovvero i lavoratori e le loro famiglie.

La struttura sindacale CSdL-CDLS della Colombini S.p.A. esprime quindi una piena e convinta soddisfazione per il risultato raggiunto grazie all’impegno profuso dai parlamentari locali, dalla CSU e dal CSIR, sostenuto anche dalle associazioni dei lavoratori frontalieri; vuole tuttavia evidenziare, oltre al mero risultato economico, l’aspetto intrinsecamente più qualificante dei provvedimenti, e cioè quello di aver valorizzato il lavoro generato dalla economia reale, che è quella che ha resistito alla crisi di sistema, dando stabilità e valore sociale non solo ai lavoratori ma anche alle loro aziende.

Aver superato la tassa etnica rappresenta a nostro avviso la volontà di un piccolo ma grande paese, di girare pagina per riaffermare oltre a quel principio inalienabile di uguaglianza, la dignità del lavoro e dei lavoratori, tornando a farli sentire così compiutamente parte di un progetto propedeutico al perseguimento di quella coesione ed unità d’intenti, all’interno e all’esterno delle aziende, che oggi può rappresentare un elemento di competitività non trascurabile per affrontare con coraggio e consapevolezza le complesse sfide che ineluttabilmente ci aspettano. La politica a volte tende a dividere, le politiche invece devono unire, e quelle adottate finalmente dai due Stati ci sembrano foriere di positivi e proficui cambiamenti.

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