Il governo del bene comune (sic) mantiene inalterata la tradizione di sperpero e di discrezionalità nella gestione della cosa pubblica.
A conferma di ciò poniamo come esempio tre recenti episodi che sono diventati materia d’interrogazione consiliare di Sinistra Unita. Nel primo caso il governo, avverso a qualsiasi forma di trasparenza, assegna in maniera diretta a una singola azienda un appalto da 400 mila euro, in barba all’asta pubblica, che su importi così rilevanti dovrebbe essere la regola.
Nel terzo caso si parla di monofase non corrisposta per l’acquisto di gas fuori territorio da parte di una nota industria sammarinese. Anche qui si tratta di una considerevole somma di denaro, pari a qualche centinaio di migliaia di euro che è doveroso lo Stato recuperi, così come prescrive la legge.
Gli episodi ai quali ci si riferisce sono tre, ma se ne potrebbero fare a decine. Sono l’esempio di come la tanto sbandierata spending review in realtà non sia altro che fumo negli occhi, un pretesto per attuare politiche di rigore che indeboliscono sempre di più l’economia del Paese a vantaggio dei gruppi affaristici collusi con una certa politica.