Sinistra Unita sulla gestione dei rifiuti dell’AASS e il porta a porta

Sinistra Unita sulla gestione dei rifiuti dell’AASS e il porta a porta

Dalle telecamere della RTV il direttore dell’AASS Emanuele Valli fa sapere che sui rifiuti è tutto a posto, che è partita la procedura di pretrattamento e che San Marino è in regola per lo smaltimento nelle discariche dell’Emilia Romagna. L’unico problema rimasto – aggiunge – riguarda alcuni episodi di inciviltà, come i bidoni dei parcheggi GAPS trovati pieni di rifiuti abbandonati dai residenti.

Dunque, parafrasando, il direttore Valli è l’amministratore capace che pone rimedio ai disastri di una popolazione che lui stesso ha definito segnata da “pigrizia e ignoranza”. Ma è proprio così? Proviamo a fare un resoconto degli ultimi anni. A luglio 2007 c’è la prima emergenza rifiuti. Ci si mette una pezza. A gennaio 2009 ci sono ancora problemi coi rifiuti speciali. Un’altra pezza. Poi a ottobre 2011 Vasco Errani e Giancarlo Venturini firmano un nuovo accordo: l’Emilia Romagna continua a mettere a disposizione le sue discariche però San Marino deve fare meglio nella gestione. Bisogna dimostrare di volere mantenere le promesse, così un paio di mesi più tardi con la legge di bilancio il Consiglio impegna l’AASS ad elaborare entro giugno 2012 un piano organizzativo. Gli obbiettivi, nell’immediato, sono quelli giusti: avvio della raccolta della frazione organica (ovvero gli scarti alimentari e le potature), localizzazione sul territorio di cassonetti dedicati, implementazione della raccolta differenziata domiciliare, realizzazione presso ciascun Castello di isole ecologiche, promozione di specifiche campagne informative, aumento della raccolta della frazione organica anche attraverso l’estensione dei sistemi porta a porta.

Passano due anni. Due anni di pigrizia e ignoranza. A ottobre 2013 si verifica una nuova emergenza. Il segretario di stato Fiorini minimizza: “si è trattato di un difetto di comunicazione, Sogliano non c’ha avvisato di una circolare ministeriale per il pretrattamento”. In realtà, si è trattato di un gravissimo difetto di responsabilità, per il quale, come sempre, gli unici a pagare sono i cittadini. E non ci riferiamo alla tassa ambientale: la cattiva gestione dei rifiuti restituisce l’immagine di un paese incivile e arretrato col quale ormai nessuno intende più avere a che fare e incide pesantemente sulle già disastrate finanze, sulle quali incide anche l’invidiabile stipendio da 90mila euro l’anno del direttore Valli.

Ci si chiede: dopo le tirate d’orecchio e dopo aver rischiato il disastro igienico ambientale, adesso si fa sul serio? Purtroppo no, le tare e le negligenze perdurano. È stato fatto solo il minimo indispensabile affinché le discariche riaprissero le porte a San Marino. Ovvero l’AASS ha preso in comodato d’uso per 250mila euro l’anno – la cifra era stata comunicata dal direttore Valli durante un incontro pubblico lo scorso ottobre – un vecchio macchinario per la separazione della frazione organica. Non ci si illuda che la frazione recuperata possa essere trasformata in terriccio. Non è così. Il materiale che si ricava col macchinario deve essere comunque smaltito in discarica, per l’esattezza a Imola, dove alcuni rappresentanti politici locali in allarme parlano di un giro d’affari da 500mila euro l’anno.

Che fare allora? Esattamente quanto già disposto dalla legge di bilancio del 2012 di cui s’è detto sopra. Se da qui a un mese si partisse con la separazione manuale della frazione organica – ed è possibile farlo – in un solo anno si risparmierebbe all’incirca un milione di euro, ovvero 250mila di comodato d’uso del macchinario, 500mila di discarica, più quel che oggi si spende per raccolta, movimentazione e trasporto delle 5mila tonnellate di rifiuto che corrispondono alla frazione organica. Si capisce bene che tutti i proclami sulla spending review sono solo un pretesto per spadroneggiare come prima e più di prima. Lì dove invece si potrebbero davvero fare delle economie tutto rimane così com’è, col dubbio che a qualcuno convenga anche.

Un’ultima nota riguarda il porta a porta. Il porta a porta è l’orizzonte ultimo, la modalità di gestione più virtuosa perché responsabilizza gli utenti, crea posti di lavoro, aiuta il processo di cittadinanza.
Dopo Chiesanuova il servizio sarà esteso anche al Castello di Fiorentino. Non possiamo che dirci d’accordo. Però chiediamo un cambio di metodo. La fase sperimentale si è conclusa. Non è più tempo di trattative riservate. Occorre uscire dalle logiche monopolistiche dell’assegnazione diretta e del rapporto esclusivo. Se si ritiene che il servizio debba essere sorretto dal modello cooperativistico allora si proceda con una gara d’appalto. Altrimenti, senza trasparenza e correttezza, quella che oggi è una prospettiva positiva e concreta rischia di ridursi a elemento coreografico di una gestione opaca e fallimentare.

 

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