Sintesi del saluto del presidente della Provincia di Rimini, Ferdinando Fabbri ieri alle 17.30 a Castelsismondo

<b>Sintesi del saluto del presidente della Provincia di Rimini, Ferdinando Fabbri ieri alle 17.30 a Castelsismondo</b>

Quello di quest’anno, di oggi alle 17.30 è l’ultimo saluto da presidente della Provincia di Rimini di Ferdinando Fabbri. Un saluto portato assieme al Prefetto di Rimini, dottor Saladino, rivolto a tutta la comunità provinciale, un commiato, anche commosso, con la consapevolezza di aver lasciato un’istituzione robusta, sensibile, solidale e di aver contribuito a creare quel sistema Rimini che fronteggia la crisi con la propria capacità di innovare.
Il presidente ha voluto per prima cosa ringraziare i protagonisti del ‘sistema Rimini’: i suoi sindaci, il suo vescovo, il suo prefetto, le sue autorità. E subito dopo ha ricordato il ‘quadro difficile’ che ‘ci consegna l’anno che ci lasciamo alle spalle.

Segnala due aspetti il presidente Fabbri, che devono preoccuparci e farci reagire:

Il primo: è la crisi economica che investe anche la nostra provincia, nonostante nel primo semestre del 2008 si siano avuti un leggero aumento dell’occupazione, un incremento del fatturato, con anche un andamento turistico che è stato buono. ‘Da settembre – ha detto -, la musica è cambiata e i dati parlano chiaro: oggi registriamo circa 1.230 lavoratori in cassa integrazione o in mobilità (solo nell’industria) se poi aggiungiamo l’indotto artigianale la cifra schizza molto più in alto. Nei servizi per l’impiego provinciali la dichiarazione degli utenti di ‘immediata disponibilità al lavoro’ è aumentata del 60% rispetto al 2007, passando da 8.157 a 12.550′.

Il secondo aspetto è il gravissimo recente episodio del dar fuoco ad un senzatetto che dormiva su una panchina, provocato da quattro giovani riminesi che svolgevano una vita tranquilla, ordinaria si potrebbe dire. ‘Ci sono sintomi di povertà civile e sociale che non possono essere trascurati’. Il presidente Fabbri cita Hanna Arendt: il male è l’assenza di pensiero. ‘E ciò è anche il frutto, come direbbe sempre la Arendt, del ridursi dello spazio pubblico. Quello spazio dove le persone uscite dal loro privato imparano a costruire con gli altri la loro libertà, la loro unicità. E gli spazi pubblici sono quelli fisici, culturali e politici’.

Il presidente, poi, ha ricordato i dati positivi, il turismo che chiuderà l’anno con un altro incremento, seppur lieve, di presenze, il manifatturiero che continua a produrre ricchezza con la sua capacità di internazionalizzarsi e di aumentare anche nel 2009, sensibilmente, l’export; le opere pubbliche che continuano a segnare alti trend di crescita in tutti i 20 comuni. Fabbri pensa ai due palacongressi di Riccione e Rimini e ai grandi eventi che pongono la Riviera sempre al centro dell’attenzione nazionale e internazionale: notte rosa, moto gp, capodanno, meeting, festival del wellness.

Secondo il presidente, la recessione è dura e sarà dura, ma le potenzialità di reazione ci sono. ‘Non abbiamo una crisi di futuro’, dice e ‘non dobbiamo ripensare il modello di business come Marchionne auspicava l’altro giorno per la Fiat; non dobbiamo cambiare sistema, ma far leva su due nostre grandi risorse, i nostri anticorpi sociali’.

Che sono:

a) saper fare, essere, prima di tutto, artigiani trasmettendo valore facendo bene il lavoro. Qui c’è la centralità della persona con le sue qualità uniche (i nostri 2.200 albergatori sono dei grandi artigiani così come le oltre 30mila piccole imprese nelle loro tante nicchie d’impegno);

b) essere comunità accoglienti: diffusa socialità; la storia del fare turismo (da oltre 160 anni leader); il successo della integrazione con gli stranieri che hanno trovato nella nostra terra molte risposte ai loro bisogni di lavoro e di vita serena; la feconda diffusione di servizi pubblici a partire dalla sanità, dalla scuola, dai trasporti, dai centri sportivi, centri culturali (qui ha aperto una parentesi ricordando che negli ultimi due mesi ha partecipato alla inaugurazione di tre nuovi edifici scolastici: l’asilo nido a Santarcangelo e le scuole elementari di Torriana e Misano, nel mese di gennaio inaugurerà poi la scuola elementare, costruita con moderni principi di bioarchitettura, a Mondaino). Una scuola nuova è qualcosa di più che lo spazio di studio, è un riferimento forte per le famiglie sia in termini di salario reale, di socialità, di sicurezza, di qualità urbana. L’accoglienza non è solo ospitare, è crescere insieme, vecchi e nuovi arrivati.

Non fa consuntivo, Fabbri, ma sottolinea un solo punto che gli sembra la chiave interpretativa per leggere il lavoro di questi anni: la Provincia di Rimini, ha svolto con autorevolezza il proprio ruolo di Ente di governo di area vasta fatta di 20 comuni e 300mila abitanti. ‘Abbiamo dato un bel contributo per irrobustire il sistema territoriale: sia da un punto di vista politico sia della pianificazione. Se non ci fosse la Provincia – dai riminesi chiesta fin dal lontano 1906 dal senatore Giuseppe Saracco – e ottenuta solo nel 1992, saremmo meno forti, sotto tutti i punti di vista. Ecco sono sicuro che dopo il 7 giugno, quando si cambierà amministrazione, coloro che verranno, di una parte o dell’altra, non potranno che continuare su questa strada. E con questo auspicio che vi abbraccio e rinnovo gli auguri di un sereno Natale’.

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