Sit-in davanti all’ambasciata d’Italia a San Marino. Prime valutazioni

Sit-in davanti all’ambasciata d’Italia a San Marino. Prime valutazioni

A cominciare una prima analisi pubblica del sit-in davanti all’ambasciata d’Italia a San Marino è L’Infedele (cioè, secondo il Psd, Emilio Della Balda) su San Marino Oggi.
L’iniziativa sembra più una prova di
nuovo partito piuttosto che un’espressione
di risentimento verso la mancata firma degli
accordi italo-sammarinesi.

Ha una impronta
nazional-leghista, anche se in questo caso
fondata, quando si accorge che ‘le istituzioni
sammarinesi più significative sono in
mano a personale forense’.

Ha una matrice
politica quando chiede ai gruppi dirigenti di
‘cambiare marcia’, di non ‘soccombere a
tutti i voleri della Repubblica italiana’, di inserire
‘più rigore e moralizzazione nella vita
pubblica, nelle istituzioni e nella economia.

Ha sapore di opposizione forte al
governo

quando critica la politica estera e sostiene,
con un po’ di supponenza, che si devono
‘esigere dall’Italia il rispetto della convenzione,
le motivazioni della mancata firma
dei nuovi accordi
, il rispetto delle autorità di
controllo e di sicurezza sammarinesi’.

Ha
un piglio decisionista quando nelle quattro
regole inserisce in modo drastico l’imperativo
di ‘ripulire la Repubblica di San Marino
da attività e/o persone fraudolente che commettono
reati in uno Stato e nell’altro Stato’.

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