SMTV. FUTURO INCERTO, DIPENDENTI SUL PIEDE DI GUERRA Agenzia Dire-Torre1

SMTV. FUTURO INCERTO, DIPENDENTI SUL PIEDE DI GUERRA Agenzia Dire-Torre1

ASSEMBLEA PROCLAMA STATO AGITAZIONE, CHIESTO INCONTRO AL GOVERNO
Bilancio in sofferenza e crollo della raccolta pubblicitaria. Non c’e’ solo il possibile rinnovo
della convenzione con l’Italia tra le preoccupazioni dei dipendenti della televisione pubblica sammarinese, ieri sera riuniti in assemblea. In dubbio c’e’ il futuro stesso dell’azienda, per questo, spiegano alla stampa i rappresentanti sindacali, da un lato e’ stato dichiarato lo stato di agitazione, dall’altro e’ stato chiesto “un ulteriore incontro al governo” per avere informazioni sulla trattativa con l’Italia e sulle possibili alternative.
   Un faccia a faccia all’esecutivo, ricorda Gian Marco Morosini, era gia’ stato chiesto prima della crisi, ma risposte non ne sono arrivate: “E’ inspiegabile”. I dipendenti sono molto preoccupati e se entro qualche giorno non arrivera’ un segnale dal congresso di Stato sono pronti a una escalation nella protesta. Si partira’ con dei comunicati sindacali letti all’interno dei telegiornali e si arrivera’ fino a “un disservizio, con tg in forma ridotta. Se
il silenzio continuera’ ancora- aggiunge Morosini- siamo determinati ad andare fino in fondo”.  Intanto l’assemblea di ieri sera e’ stata particolarmente infuocata, anche per la presenza
contemporanea del direttore Carmen Lasorella e del presidente di Smtv, Stefano Piva. Quest’ultimo, dicono le Rsa, “ufficialmente non invitato”, anche se il diretto interessato non e’ dello stesso avviso. “Noi- proseguono le Rsa- abbiamo chiesto la presenza del direttore, poi si e’ presentato anche Piva e abbiamo ritenuto giusto che intervenisse”. Clima evidentemente teso, comunque, a testimoniare che anche la gestione stessa dell’azienda crea perplessita’. Eras, il socio sammarinese, andra’ avanti con o senza l’Italia: pero’, sottolinea Elena
Tommasoni, “non siamo lo stesso tranquilli, sembra non ci sia la forza di trovare un accordo”.
   “I vertici aziendali ci hanno detto che con l’Italia non ci sono novita’- conferma Morosini- e cio’ ci preoccupa molto perche’ l’accordo scadra’ a fine anno”. Intanto si aspettano i
tre milioni di contributo relativi al 2011 e al 2012. Altro elemento che preoccupa e’ la mancanza di dati sull’ascolto. La rilevazione effettuata questo inverno non e’ infatti stata ritenuta attendibile. Durante la riunione, aggiunge Lorenzo Giardi, “sono state smentite categoricamente” le indiscrezioni su possibili tagli e sul ritorno di Lasorella a
Roma. Non e’ emerso nulla nemmeno su un possibile tentativo da parte del cda di sfiduciare il direttore, tentativo che sarebbe andato in scena, senza successo, nella tarda primavera.
   “La situazione di cassa e’ difficile e il bilancio e’ in perdita non per la gestione, ma per il crollo della raccolta pubblicitaria”, aggiunge Giovanna Gobbi: “L’azienda e’ in
sofferenza e non si possono fare progetti a lungo termine, ma le prese di posizione di presidente e direttore non sono state soddisfacenti”. Insomma se il governo e’ muto, l’azienda non da’ risposte e il futuro dei dipendenti di fa sempre piu’ fosco.

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