Stangata bollette a San Marino: ecco quanto arriverà a spendere una famiglia media

Stangata bollette a San Marino: ecco quanto arriverà a spendere una famiglia media

Una famiglia media a San Marino per la luce passerà a spendere dai 78 euro attuali a bimestre a 226 euro; per il gas, invece, da 190 euro a 390, sempre a bimestre.

Sono le stime diffuse durante l’ultima Commissione Finanze, dal segretario di Stato per il Lavoro, con delega ai Rapporti con l’Aass, Teodoro Lonfernini, in merito ai rincari annunciati delle bollette luce e gas nella Repubblica di San Marino.

A riportare i numeri sono stati ieri i consiglieri di Repubblica Futura Andrea Zafferani e Nicola Renzi durante una conferenza stampa in cui, riassumendo gli esiti della Commissione, hanno accusato la maggioranza di non avere un piano di contrasto al caro bollette e di attuazione delle politiche di sostegno.

In più, in Commissione Finanze è arrivata l’altro giorno la bocciatura dell’ordine del giorno di Repubblica futura volto a sollecitare il Congresso di Stato, l’Autorità di regolazione per i servizi pubblici e l’energia e l’Azienda autonoma di Stato per i servizi pubblici sulle strategie per il primo semestre 2023.

Abbiamo chiesto il bilancio di Aass in tutti gli assestamenti di bilancio – ha detto Renzi – ma il governo non l’ha mai portato in assestamento. Abbiamo scoperto in audizione che non è stato portato in assestamento per espressa richiesta dell’Aass, dato che la volatilità dei mercati dell’energia non consente di considerare dati precisi, ma noi vediamo una grande criticità. Una crisi di bilancio di Aass impatterebbe anche per importi molto alti sulle casse dello Stato”, ha detto Renzi, che è poi passato a parlare delle cinque proposte avanzate da Rf al governo sulla questione caro bollette.

“La prima richiesta – ha spiegato Renzi – era fare in modo che il bilancio dell’Azienda autonoma di Stato per i servizi pubblici sia chiaro, reso pubblico e noto ai cittadini di San Marino nei tempi più rapidi possibili“.

La seconda proposta di Rf riguarda la necessità di convocare un’audizione dell’Authority di regolazione per i servizi pubblici e l’energia, “verso la quale sono state pronunciate parole pesanti”, per “capire quali sono le sue posizioni” dato che “ha il compito di verificare l’Aass e la sostenibilità delle tariffe per i consumatori”. Inoltre, dall’Authority di regolazione per i servizi pubblici e l’energia ci si aspetta che “vigili affinché eventuali aumenti di costi non servano per ripianare perdite di Aass in altri settori”.

Poi Repubblica futura, attraverso la sua terza proposta, ha anche chiesto i dati dell’audit su Aass che il governo ha voluto dare il via nove mesi fa perché, ha rimarcato Renzi, “a noi pare che non possa essere solo un dialogo tra Aass e Congresso di Stato: il Consiglio Grande e Generale deve sapere quali sono i dati dell’audit e che cosa si può migliorare nell’Aass“.

Rf chiede poi di poter “avere audizioni costanti per sapere quale è lo stato di fatto: considerato che compreremo il gas di settimana in settimana, dando anche delle fidejussioni molto costose, i riferimenti costanti da parte del Consiglio Grande e Generale sono essenziali“.

Infine, siccome “c’è grande preoccupazione per la sostenibilità per le imprese e i cittadini relativamente agli aumenti di oltre il 100%, tanto per energia elettrica quanto per il gas“, Renzi dice che il partito di opposizione, come quinta e ultima proposta, ha richiesto “un piano sulle azioni che sta compiendo l’Aass per approvvigionarsi e per tendere sempre di più verso l’indipendenza energetica di San Marino”, oltre a “un piano su come il governo intende calmierare i prezzi per alcune fasce e occorre che sia chiaro prima che gli aumenti vengano praticati” e a “un altro piano di contingentamento delle forniture”.

Nicola Renzi, prima di cedere la parola al collega di partito Andrea Zafferani, ha voluto esprimere alcune sue considerazioni su approvvigionamento energetico e rincari bollette: “Teodoro Lonfernini ha detto una cosa drammatica, e che dalla bocca di un segretario di Stato fa paura: il primo ostacolo enorme alla credibilità del nostro sistema finanziario nel garantire l’approvvigionamento energetico è proprio la credibilità delle nostre banche. Il primo problema di approvvigionamento è la credibilità del nostro sistema bancario e finanziario. Gli operatori per garantirci gas non hanno accettato le fidejussioni fatte dalle nostre banche sammarinesi: per la liquidità, per il rating del sistema paese e per le garanzie e ci si è dovuti rivolgere a istituti italiani. È chiaro inoltre che al Fondo monetario internazionale è stata rappresentata una situazione diversa, cioè che le nostre bollette sarebbero state inferiori a quelle dell’Italia e dell’Unione europea. Nel documento dell’Aass c’è invece scritto che devono tendere a equipararsi e ad allinearsi”.

Successivamente, nella stessa conferenza stampa virtuale, è intervenuto Andrea Zafferani per effettuare un’analisi più tecnica sulla situazione: “La chiave di volta è assolutamente il contratto finanziario, che blocca il costo del gas a un determinato prezzo per una determinata quantità definita. Questa quantità, 40 milioni di metri cubi l’anno, è il consumo in anni normali a San Marino. È già avvenuto, tuttavia, che il consumo è salito a 42 milioni di metri cubi, non si sa precisamente per quale motivo, ma certamente alcune aziende, che hanno proprie strutture sia a San Marino che in Italia, hanno spostato la produzione a San Marino. Chiaro che c’è stato un effetto positivo sull’occupazione, ma non compensa i maggiori costi di cui Aass si è dovuta fare carico. L’effetto è stato così negativo perché si è sforato il limite del contratto. Se le due aziende energivore che si approvvigionano direttamente per 12 milioni di metri cubi chiedessero di tornare sotto l’egida di Aass, i conti si sballerebbero”.

“L’Azienda autonoma di Stato per i servizi pubblici ha suggerito che le tariffe applicate a famiglie e imprese siano pari essere pari al costo che Aass sostiene per acquistare gas sul mercato, quindi variabili. Poi se il prezzo di mercato, nel meccanismo dello swap dovesse prevedere un rimborso del prezzo per l’Aass, questo surplus può essere usato in vari modi, tra cui la tutela delle fasce deboli, ma dopo che il rimborso è arrivato. Cioè, prima le famiglie subiscono rincari in toto, poi dopo con rimborsi si fanno politiche sociali. Una impostazione che noi abbiamo criticato ritenendo inaccettabile fare prima pagare le famiglie e poi, forse, dopo pensare alle politiche di sostegno”, ha mandato a dire Zafferani, che ha infine citato i dati forniti dal segretario Lonfernini: “Ipotizzando consumi medi, la bolletta dell’energia elettrica che, con 3.000 kw all’anno, oggi pagava bolletta bimestrale di 70 euro; la tariffa aggiornata al 1° gennaio 2022 ha comportato incremento a 78 euro, con gli aumenti chiesti adesso il salto è a una bolletta bimestrale di 226 euro. Il gas in ipotesi media annua su 1400 metri cubi annui: nella vecchia tariffa la bolletta bimestrale di dicembre 2021 era di 112 euro; a gennaio con il primo ritocco si è saliti a 190 euro a bimestre e con l’incremento proposto si arriverà a 390 euro a bimestre per il gas“.

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