Stefano Elli di IlSole24Ore: Il Titano e gli snodi del malaffare

Stefano Elli di IlSole24Ore: Il Titano e gli snodi del malaffare

Stefano Elli di IlSole24Ore: Il Titano e gli snodi del malaffare /  
Gli arresti nel mondo
politico scoperchiano
un vaso di Pandora

 

E dopo l’arresto di Claudio Podeschi
venne l’ora delle manette
ai polsi di Fiorenzo Stolfi. Dopo l’arresto dell’ex Segretario di Stato per la sanità, la previdenza sociale (più altri dicasteri), è giunto
quello dell’ex Segretario di Stato agli Affari esteri politici e alla programmazione
economica della Repubblica
di San Marino. Un uno-due
che fa piegare le ginocchia anche
ai più strenui difensori della
reputazione della Serenissima, asseritamente
lesa dalle “aggressioni mediatiche italiane”. Anche per i retroscena che l’inchiesta
(tutta sammarinese – condotta
dai commissari della legge, i pm,  Simonluca Morsiani, Antonella Volpinari e Alberto Buriani) svela senza mezzi termini.

 Le carte  dell’accusa, se confermate in dibattimento, porterebbero alla luce una congerie di relazioni d’affari, d’intrecci, d’inciuci, d’imbrogli e di pastette, solo in parte già note, solo in parte immaginate e già scritte, ma mai asseverate da carte giudiziarie.

Come il ruolo preminente  di una società la Fin Project, già perquisita nel febbraio del 2012 dagli uomini della locale Gendarmeria, ma anche della Pradofin della Se.Fi e della Trecentouno, tutte al centro di un turbinio di passaggi di danaro, versamento di assegni, pagamenti in contanti e prestiti fittizi. Una fonte di ‘nero’ cui – si sono alternati nell’abbeverata uomini politici locali, guardaspalle ucraini, generale dell’esercito (italiano), uomini d’affari collegati con Finmeccanica (conti Iris, Ciclamino e Turlipano della Banca Commerciale Sammarinese intestati a Tommaso di Lernia) e con Enav (l’ex Presidente, il generale in congedo Bruno Nieddu e il manager Raffaello Rizzo), senza menzionare le triadi cinesi (almento 74 milioni passati da San Marino a Shangai) e la criminalità organizzata russa. Un giro d’affari valutato in oltre 300 milioni di euro. 

Fa una certa impressione leggere i capi di imputazione a carico di Fiorenzo Stolfi, l’uomo dei “tavoli  di trattativa” con lo Stato italiano ai tempi della “stretta” di Giulio Tremonti, e di Gialuca Bruscoli, titolare della FinProject, socio in affari con l’uomo di fiducia della famiglia Gheddafi, Mohamed Mohamed Kankun, prima del rovesciamento del regime del collonello, ma anche dei nuovi potentati, attualmente residente a Vienna (ma sulla Rocca in molti lo danno ancora a Tripoli). E ancora, nelle carte, si dà conto di oscuri passaggi di denaro, che secondo fonti locali sarebbero stati versati a misteriosi intermediari, italianissimi ma battenti bandiere lussemburghesi e luganesi, per l’acquisizione dì licenze bancarie (passate nel giro di pochi anni da quattro a 12). Un crescendo rossiniano in cui schermatissimi uomini pohtici locali giocavano ambiguamente il doppio ruolo di amministratori della ‘res publica’ e di soci occulti delle medesime banche. E’ uno dei tanti capitoli insieme a quello del “mercato” delle nomine diplomatiche, un traffico fiorentissimo nella Repubblica, che ha attirato l’attenzione dei magistrati. Ma anche le cointeressenze e connessioni che avrebbero coinvolto i precedenti vertici apicali della Banca centrale di San Marino. Nelle carte, poi, non mancano, censure neppure tanto implicite all’operato dei medesimi organi inquirenti (di allora) che si sarebbero concentrati su prestanome e sulla predisposizione di “lambiccare quanto inutili tabelle”.

 

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