Stiven Ciacci – La Serenissima: Stefano Spadoni, l’intervista di Stiven Ciacci

Stiven Ciacci – La Serenissima: Stefano Spadoni, l’intervista di Stiven Ciacci

Stiven Ciacci – La Serenissima

L’INTERVISTA. Il coordinatore dell’associazione Laboratorio Democratico a tutto campo: i referendum, le prospettive politiche e le elezioni

“Il Tavolo Riformista deve definire la sua identità”

Stefano Spadoni ha le idee chiare:
“Acceleriamo sulla presentazione
del Manifesto, poi si potrà ragionare
e parlare di alleanze politiche”

Stefano Spadoni ha le idee chiare:
“Acceleriamo sulla presentazione
del Manifesto, poi si potrà ragionare
e parlare di alleanze politiche”

“Serve una svolta e solo una nuova coalizione a trazione riformista può farlo. Per Labdem è indispensabile
tenere aperto un canale di dialogo con la Democrazia Cristiana per affrontare le riforme di cui il Paese ha bisogno”

Stefano Spadoni partiamo subito
dal progetto della Costituente dei
riformisti, lei si è espresso durante
la giornata e ha detto che non
vede l’ora di sottoscrivere e stendere
il manifesto, quali saranno
i tempi di stesura?
Chiederete di
accelerare?

Il problema non è se accelerare
o rallentare la presentazione del
manifesto. Arrivati a questo punto,
però, mi pare ci siano tutte le
condizioni per avviare ufficialmente
la fase costituente del nuovo
soggetto politico di area riformista.
Dopo aver presentato una
piattaforma programmatica così
estesa e approfondita, frutto di un
eccellente lavoro di elaborazione e
di sintesi di Psd, Ps e Su, sarebbe
perlomeno incomprensibile non
compiere con una certa celerità un
ulteriore passo in avanti sul piano
strettamente politico attraverso la
presentazione di un manifesto che
ci consenta di dire con chiarezza e
senza ambiguità ai cittadini sammarinesi
“chi siamo” e “che cosa
vogliamo rappresentare”. Con
l’evento del 25 marzo scorso il Tavolo
Riformista ha fatto una scelta
giusta e coraggiosa, partendo dai
contenuti e dalle proposte, per dirla
con semplicità si è partiti dalle
“cose da fare”. Ora però occorre
un salto di qualità affermando la
nostra identità in termini di valori,
cultura e politica.

Durante la presentazione del
progetto, si sono messi al centro i
contenuti. Ottima scelta per molti
però poi il problema della politica
non sono le idee o la stesura
dei programmi ma è concretizzare
le idee scritte sulla carta. Riuscirete
poi a fare tutto quello che
c’è scritto nel progetto?

In tutte le componenti che hanno
aderito al Tavolo Riformista e che
hanno partecipato attivamente
alla conferenza del 25 marzo, ho
trovato entusiasmo e determinazione.
Sono certo che ci sono le
energie necessarie a trasformare
in realtà le proposte enunciate
nella piattaforma programmatica.
Il nuovo soggetto politico che
stiamo cercando di costruire, però,
dovrà avere la capacità di mettere
in campo un progetto politico
a vocazione maggioritaria, cioè
un progetto che sia in grado di vincere la prossima competizione
elettorale. Per raggiungere questo
risultato LABDEM ha le idee chiare
e le ha espresse pubblicamente
in più di una circostanza con i suoi
rappresentanti: serve una coalizione
di centro-sinistra ampia che sia
fondata sulla collaborazione tra il
centro democratico e liberale e la
sinistra riformista. Ovviamente
tengo a precisare che questa è la
posizione di LABDEM che siamo
pronti a confrontare con tutti gli
altri attori del Tavolo Riformista
quando si riterrà giusto e opportuno
aprire il “capitolo alleanze”.

Si parla di progetti e contenuti
perché sulle alleanze e sugli
aspetti politici non si è trovata
ancora la quadra?

È una scelta consapevole e ragionata
quella di essere partiti dai
contenuti. Sarebbe stato inutile discutere
di alleanze se non ci fosse
stata coesione su un progetto di
futuro. Ora che al Tavolo Riformista
si è dimostrata compattezza
e unità di intenti sul terreno programmatico,
si potrà più facilmente
intraprendere il ragionamento
di carattere eminentemente politico.
Prima, con il manifesto definiremo
la nostra identità e poi, in
una fase successiva, cominceremo
a individuare gli interlocutori con
cui portare avanti il nostro programma.

Alcuni esponenti soprattutto nella
maggioranza hanno detto che
mancava la politica e c’era poca
sostanza, lei cosa risponde?

Non ho altro da aggiungere rispetto
alla dichiarazione di qualche
giorno fa del Segretario Psd, Marina
Lazzarini. La condivido pienamente
e la sottoscrivo.

Una volta formato il nuovo soggetto
unico, come sarà il rapporto
con la Dc?

Per LABDEM è arrivato il tempo
di dare sostanza ad un sistema
politico moderno basato sull’alternanza
di governo tra progressisti
e conservatori. Il governo delle
larghe intese rappresentato da
Bene Comune non ha dato risposte
adeguate alle reali esigenze del
Paese. Dopo quasi quattro anni
dall’inizio della legislatura, è il
momento di prenderne atto. Serve una svolta sul piano politico, una
svolta che potrà essere impressa
solo da una nuova coalizione a
trazione riformista. Sono giovane,
ma in famiglia sento parlare spesso
dell’esperienza del “governo
delle sinistre” che ha guidato San
Marino dal 1978 al 1986. Ebbene,
ancora oggi sono tanti i sammarinesi
che riconoscono a quel governo
il merito di aver concretizzato
uno dei processi riformatori più
significativi della storia del nostro
Paese. I numeri consiliari erano risicatissimi,
ma c’erano unità di intenti
e coesione sul piano politico
e progettuale, c’erano energia, determinazione,
coraggio e passione.
La volontà di cambiare le cose prevaleva
sui tatticismi e sugli istinti
conservativi e reazionari. Questo
è lo spirito che dovrà caratterizzare
la coalizione a guida riformista
nella prossima legislatura, altrimenti
l’insuccesso sarà assicurato.
Tuttavia, tengo a puntualizzare
una cosa: LABDEM è assolutamente
consapevole che sia molto
difficile non fare i conti con il partito
che ancora oggi rappresenta la
maggioranza relativa in Consiglio.
Questo per dire che al di là degli
schieramenti di riferimento, che
potrebbero essere differenti, con la
Dc sarà indispensabile mantenere
aperto un canale di dialogo e di
confronto per affrontare le riforme
strutturali di cui il Paese ha bisogno
e che a questo punto dovranno
essere varate inevitabilmente
nella prossima legislatura.

Parliamo ora dei referendum,
avete già preso una posizione
come LabDem?

Per ora abbiamo assunto solo la decisione
di prendere una posizione
contraria rispetto al quesito referendario
che chiede l’abrogazione
della variante di piano regolatore
approvata in Consiglio per la realizzazione
del polo della moda.
LABDEM ritiene che un’ipotetica
vittoria del “si”, oltre ad impedire
la concretizzazione di un progetto
imprenditoriale molto importante
in termini occupazionali e di ricaduta
positiva per l’intero tessuto
economico e sociale sammarinese,
arrecherebbe un grave danno di
immagine per il nostro Paese. Mi
chiedo quale investitore in futuro
sarebbe disposto a scegliere San Marino come meta del proprio business
quando con un referendum,
per carità legittimo e da rispettare,
potrebbe veder messa a repentaglio
la sua iniziativa. Confido nel
buonsenso e nella ragionevolezza
del popolo sammarinese.

Lei cosa pensa dei quesiti?
Un’idea personale l’ho già maturata,
ma essendo il coordinatore
di LABDEM prima di prendere
pubblicamente posizione desidero
confrontarmi con tutti i nostri
compagni anche sugli altri tre quesiti,
cosa che ancora non abbiamo
fatto.

Assieme a Sinistra Unita, grazie
al consigliere Celli avete creato
un gruppo consiliare unico, ci
spieghi le ragioni della scelta.
Le ragioni sono semplici e stanno
nella volontà di semplificare un
quadro consiliare estremamente
frammentato e confuso. Sinistra
Unita e LABDEM restano due organizzazioni
distinte e autonome
sul piano politico, ma l’accordo di
collaborazione consiliare stipulato
dal nostro Consigliere, Simone
Celli, è una scelta condivisibile che
va nella direzione di riunire tutta
la sinistra riformista e democratica.

Nello scorso consiglio c’è stato
come tutti dicono la “resa dei
conti” del PS, lei che veniva da
quel partito che idea si è fatto?

Preferisco non commentare, perché
a mio parere è stato uno spettacolo
a dir poco imbarazzante. Mi
limito semplicemente a constatare
che non sarà di sicuro una e-mail
anonima a mettere in dubbio la validità
e la correttezza del percorso
intrapreso in questi mesi da LABDEM
e dal Consigliere Celli.

Tutti parlano di elezioni molto
vicine: pensa anche lei questo?

Onestamente mi ha stancato questo
“toto-elezioni” permanente. È
chiaro che di fronte ad un governo
inconcludente e ad una maggioranza
rissosa e sfilacciata, lo
scenario auspicabile è quello di
anticipare il più possibile la consultazione
elettorale. Ma non dipende
da LABDEM, per cui le mie
sono parole in libertà che contano
veramente poco.

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