Eugenio Pari, esponente dei Comunisti Italiani,
aveva denunciato a suo tempo che nella Repubblica di San Marino è in atto una urbanizzazione selvaggia le cui conseguenze a livello idrogeologico ricadono sul territorio riminese.
Davvero a San Marino imperversa una urbanizzazione selvaggia. Davvero la speculazione, ad esempio a Dogana, si è spinta fino a sfruttare il territorio sammarinese a ridosso del confine di Rimini fino all’ultimo centimetro. Rimini però non ha protestato. Anzi.
Ha firmato, come comune, una convenzione per aiutare i sammarinesi a uscire dalla trappola in cui, accecati dalla speculazione, da soli si sono cacciati.
San Marino e Rimini, mettendo assieme le loro migliori intelligenze progettuali, hanno inventato una strada sul letto di un torrente, il Fosso Marignano, nel tratto lungo il confine. Un tratto che è anche confine di Stato.
Pari non lo abbiamo sentito protestare né urlare contro lo scempio. Tace. Come del resto tacciono i sammarinesi, buoni e zitti, pronti come nemmeno i servi di un tempo,
ad indebitarsi per oltre 500 euro a testa per la Fondovalle, neonati compresi, perché i loro politici, hanno favorito gli speculatori della zona fino.- questo è l’esempio più eclatante – ad esentare un edificio come
il WTC da ogni onere di concessione.