Sul comandante Gentili. Luca Lazzari

Sul comandante Gentili. Luca Lazzari

Quando a fine 2013 il
comandante Gentili si affacciò al corpo della Gendarmeria si
mormorava che Pasquale Valentini, nell’indicarlo a comandante,
fosse stato condizionato da Comunione e Liberazione, a cui – com’è
noto – lo stesso Valentini ha fatto voto di deferenza. È
senz’altro vero che esiste un’ideologia capace di coesistere col
criterio della scelta. I pareri ripetuti su Valentini quale uomo mite
ed equilibrato mi portarono a convincermi che forse era questo uno di
quei casi. Quel che però già allora appariva oggettivamente debole
nel profilo di Gentili era il curriculum, privo di una qualsiasi
operatività sul campo. Ciò nonostante decisi di astenermi
dall’esprimere una valutazione e di aspettare che fossero i fatti a
parlare.

I fatti hanno parlato.

Non appena assunto
l’incarico, il comandante Gentili iniziò a fare ripetute
insistenze per ottenere il grado di generale, pur sapendo che fin
dall’Ottocento a San Marino c’era sempre stato un solo generale:
il Comandante superiore delle milizie. Le frizioni con l’istituzione
militare, benché taciute, furono fortissime: da lì a qualche mese
il Comandante superiore delle milizie, Rosolino Martelli, si dimise.
Il fatto ha svelato la natura presuntuosa e arrogante del carattere
di Gentili, che pretende prima ancora di avere dimostrato e che non
si fa scrupolo a passare sopra le tradizioni della Repubblica che lo
ospita.

Procediamo.

Quello che era il compito
principale assegnatogli, ovvero il provvedimento di riordino dei
corpi di polizia, a distanza di due anni rimane completamente
disatteso. Scarse risultano poi le misure adottate per la prevenzione
dei reati, il controllo del territorio e la sicurezza, nonostante il
ripetersi di furti nelle abitazioni e nelle attività.

Gravissimi, infine, se
confermati, risulterebbero i comportamenti adottati da Gentili nei
confronti dei Commissari della legge, di cui ha dato notizia il
giornalista Antonio Fabbri. Le inchieste giudiziarie stanno entrando
nelle ramificazioni più profonde del potere che dimora a San Marino.
Il passaggio è delicatissimo. È imprescindibile che tutti i settori
dello Stato agiscano nell’unità e nella massima collaborazione. Le
defezioni, le incompetenze, le ostentazioni devono essere giudicate
con la massima severità.

La stessa presa di
posizione di Mario Venturini, il quale non ha mancato di polemizzare
duramente sulla conferma di Gentili benché la sua formazione
politica si trovi nella fase conclusiva della verifica di
maggioranza, lascia intendere motivazioni gravi, che vanno ben oltre
la procedura e la forma.

Questioni
così rilevanti non possono essere lasciate all’arbitrio del
governo: com’è stato chiesto da tutte le opposizioni con l’ordine
del giorno del 19 gennaio, deve essere fissato un apposito comma di
discussione in Consiglio. La mia posizione intendo renderla nota sin
da subito: congedo con demerito.

Luca Lazzari

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