Sul decreto lavoro. Cdls

Sul decreto lavoro. Cdls

CDLS: “Nel Decreto lavoro vanno fissate regole contro la precarietà”
SAN MARINO 29 AGOSTO 2011 – Dopo la pausa di Ferragosto, il  Decreto lavoro ritorna al centro della discussione. E in vista della riapertura del confronto, questa mattina la segreteria CDLS ha fatto il punto sulle modifiche necessarie per arrivare ad un accordo. 
Fra gli aspetti più critici emerge la questione dei contratti di collaborazione coordinata e continuativa che, sottolinea il segretario Marco Tura, “non deve diventare la chiave per aprire la porta ad una precarizzazione indiscriminata e creare le condizioni di una destrutturazione dei rapporti di lavoro”.
Per il segretario della  Confederazione Democratica è dunque  “indispensabile inserire nel Decreto una specifica regolamentazione che preveda il divieto di inserire i co.co.co nel normale ciclo lavorativo aziendale, in modo che tale rapporto di lavoro sia confinato entro tempi ben determinati e in un preciso ambito di prestazione professionale. Resta inteso inoltre il divieto di estendere i rapporti di collaborazione coordinata e continuativa ai pensionati”.
All’imminente tavolo di confronto, la CDLS rilancerà anche le proposte sulla flessibilità e sull’emergenza della disoccupazione giovanile.
 In merito al primo punto, afferma Tura, “è necessario precisare che l’attuale quota del 50%, finora destinata all’assunzione di lavoratori frontalieri, comprenda tutte le altre forme di rapporti di lavoro non a tempo indeterminato”. Mentre sul fronte disoccupazione giovanile,  torna a rimarcare “l’urgenza della scelta di campo che metta al primo posto la creazione di sbocchi occupazionali i tanti laureati e diplomati iscritti alle liste di collocamento”.
Per questo, indica il segretario della CDLS,”occorre inserire nel Decreto l’obbligo di assumere un giovane sammarinese diplomato o laureato ogni volta un’impresa medio-grande ricorra a una professionalità apicale forense, un obbligo naturalmente connesso a rigorosi percorsi formativi e lavorativi che creino alte professionalità e premino il merito”. Nessuna imposizione di legge ma, conclude, “una chiara assunzione di responsabilità fra generazioni e un investimento sul futuro”.
 

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