Sul tema dell’inserimento lavorativo dei laureati. Eraldo Giudici

Sul tema dell’inserimento lavorativo dei laureati. Eraldo Giudici

In questi ultimi giorni sta riemergendo con forza il problema dell’inserimento lavorativo, in particolare dei giovani laureati.
Il problema é grave ed urgente, ma non può essere liquidato  facilmente, come fa il Presidente della Provincia di Rimini Stefano Vitali, scaricando tutta la colpa sulla scarsa capacità di innovazione delle nostre imprese.

Delle difficoltà attuali occorre distinguere tra fenomeni contingenti e cause strutturali.

Stiamo vivendo una gravissima crisi economica ed è noto che il problema occupazionale è sempre più acuto nella parte terminale di ogni crisi.

Il problema strutturale invece è, giustamente, identificato nel ritardo con cui nel nostro paese è stato sviluppato il rapporto tra mondo del lavoro e quello universitario.

In questo possiamo fare grandi passi per migliorare il sistema attuale, ma se da un lato si invoca un maggiore rapporto tra impresa e università dall’altro  non si può criminalizzare uno strumento utile ed efficace come i tirocini formativi (o stage).

In Italia la normativa sull’inserimento lavorativo, che pur è a un buon livello, richiede degli aggiornamenti, ma il vero problema non è tanto negli strumenti a disposizione, ma di come essi vengono utilizzati.
Se alcune aziende, con  approccio miope alla gestione delle risorse umane, hanno  abusato dello strumento dei tirocini formativi,  è da pensare che anche fra i  soggetti promotori del tirocinio (spesso identificati dagli enti di formazione) qualcuno sia venuto meno ad un preciso  ruolo di garanzia.

La Provincia, assumendosi le proprie responsabilità attraverso i “Centri Per l’Impiego”,  può e deve ridare nuove prospettive allo strumento del tirocinio formativo (o stage), sostenendo progetti mirati per studenti universitari che mostrino difficoltà ad inserirsi nel mercato del lavoro e che necessitino di maturare esperienze significative per migliorare la propria “occupabilità”.

Anche lo strumento dell’apprendistato è da potenziare, e occorre un intervento della Provincia, che stimoli le aziende a ricorrervi  più facilmente.

Una forma contrattuale, quella dell’apprendistato,  oggi purtroppo sottoutilizzata, mentre offrirebbe notevoli vantaggi alle imprese e ai lavoratori.

Quindi, caro Presidente Vitali, occorre assumersi maggiori responsabilità ed evitare di scaricare ideologicamente le colpe solo sulle imprese.

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