COMUNICATO STAMPA
La costituzione sul Titano di una società di diritto privato con la riminese Hera e la tedesca VNG, già di per sé controversa, sembra alimentare molti interrogativi ai quali è necessario cercare delle risposte.
Non si può tacere infatti, la circostanziata analisi fatta dal nostro partito in occasione di una apposita interpellanza al Governo, presentata da un Consigliere di opposizione e ripresa con ampio spazio sulle pagine dei quotidiani di informazione di martedì 18 settembre.
Secondo questa doviziosa ricostruzione il Titano avrebbe già incassato dalla Libia –riconoscente a San Marino per posizioni ad essa favorevoli assunte dai rappresentanti sammarinesi negli organismi internazionali – la disponibilità a fornire una grossa partita di gas che poi il Titano potrebbe rivendere sul mercato internazionale realizzando utili stimabili in decine e decine di milioni di euro.
Conferme in tal senso sono giunte direttamente dalla Segreteria di Stato all’Industria e al Commercio alla fine del maggio scorso, quando, indicando le priorità della sua Segreteria, Tito Masi (Ap), confermava la prosecuzione della trattativa con la Libia per la fornitura di gas, non nascondendo che l’obiettivo sarebbe stato quello di giungere ad un incremento della fornitura rispetto al fabbisogno, così da ritrovarsi importanti quantità di combustibile non utilizzato all’interno del territorio da rivendere sul mercato.
E fin qui, nulla da eccepire. Ma unendo questa possibilità alla notizia di una annunciata costituendo azienda di diritto privato sammarinese – caldeggiata proprio dalla Segreteria all’Industria- ed essendo un pelino maliziosi, si comincia a capire il perché Hera e VNG, tutto ad un tratto, hanno trovato “interessante” sbarcare sul Titano.
Del resto, dal governo si è spiegato che questa società non esautorerebbe l’Azienda Autonoma di Stato per i Servizi dalla fornitura ai sammarinesi del gas, ma di fatto si occuperebbe appunto dell’approvvigionamento.
In pratica, si deduce che l’Azienda dei Servizi acquisterebbe gas da tale società di diritto privato sammarinese, che in questo caso sembrerebbe fungere da intermediario, ed il gas in eccedenza eventualmente concessoci dalla Libia – finirebbe sul mercato italiano proprio attraverso tale società, consentendole cosi di trarne i maggiori vantaggi dalla sua commercializzazione.
Viene lecito quindi chiederci perché l’acquisizione del gas dalla Libia e la sua eventuale commercializzazione verso l’estero non possono essere fatti direttamente dall’AASS, pur avvalendosi di professionalità già introdotte nel mercato dell’energia, trattando il trasporto con un partner esterno?
Gli aspetti oscuri in questa vicenda non sono pochi e, al momento, l’impressione è che qualcuno, all’interno del Governo, stia privilegiando interessi diversi da quelli della Repubblica e della sua comunità, con la complicità di una maggioranza che, per salvare la sempre più traballante poltrona, si rende complice di questa controversa operazione adottando la tecnica dello struzzo: mettendo la testa sotto la sabbia!
L’UFFICIO STAMPA
DEL P.D.C.S.
San Marino, 19 settembre 2007