Annalisa Boselli – Corriere Romagna: Tassa di soggiorno
l’appello della Cgil
per ora cade nel vuoto
RIMINI. La tassa di soggiorno è ancora indigesta. Riccione, Misano, Cattolica e Bellaria sono ancora in alto mare quanto a volerla applicare per la stagione balneare 2013. Troppe le incertezze, dicono gli amministratori: il sostituto d’imposta (ente che deve riscuotere, gli albergatori) non è sicuro, la tassa non è obbligatoria, i tagli ai trasferimenti statali non sono ancora ben definiti e, alla fine, è un modo di chiedere soldi che ancora va parecchio di traverso al settore turismo. Più facile, scelta che hanno intrapreso quasi tutti i Comuni, calibrare gli introiti del bilancio sull’Imu, persino portandola al massimo sulle attività turistiche e sulle seconde case, come ha fatto Misano: le entrate sono certe. Unica eccezione Rimini che la sta applicando dal primo di ottobre, anche se, per ora, è certa solo fino alla fine dell’anno (entrata stimata: 500.000 euro circa).
Insomma, quelle della Cgil di Rimini che nei giorni scorsi ha chiesto ai sindaci di avviarla in tutta la provincia per far ripartire l’economia investendo in riqualificazione, condivisa anche da Elisa Marchioni (Pd), sono solo “belle parole”. Ai sindaci servono i soldi, subito. Eppure, sono stati di- versi i Comuni che sono andati vicino all’applicazione lo scorso anno, salvo ritirare il provvedimento di fronte all’innalzarsi delle barricate da parte degli albergatori. Riccione e Cattolica sono state a un passo. Ma per l’anno prossimo ancora non ci sono orientamenti in merito e, se possono, la eviterebbero volentieri, salvo ognuno ragioni per sé: gli incontri tra le varie amministrazioni per un’applicazione omogenea in tutta la provincia non hanno dato i risultati sperati. «Troppo diverse le singole realtà», spiegano gli amministratori. (…)
