Teodoro Lonfernini (Pdcs) sui politici inguaiati. Jeffrey Zani, La Tribuna Sammarinese

Teodoro Lonfernini (Pdcs) sui politici inguaiati. Jeffrey Zani, La Tribuna Sammarinese

La Tribuna Sammarinese

 Politica. Il presidente Pdcs: il
Patto 
deve completare un cambiamento politico, se non è in grado di farlo deve
rivedere la sua condizione

Lonfernini chiede un parlamento
pulito: chi
è ‘inguaiato’
“faccia un passo indietro”

“Mi riferisco
in maniera forte alle questioni legate a
Stolfi
con 
FinCapital 
e ad altri personaggi” coinvolti nelle vicende collegate al caso
Bcs 

Jeffrey Zani

È ora che Palazzo Pubblico risolva il “problema dei problemi”: liberare i seggi ‘opachi’, occupati da chi non ha avuto una condotta trasparente, per diventare pulito. Via , quindi, chi ha “creato problemi di carattere istituzionale” a causa dei “suoi coinvolgimenti privati”. Via, quindi, chi ha messo in discussione il ‘buon nome’ del Titano a causa dei suoi conflitti d’interesse. A far suonare la sveglia, e anche l’allarme, è il presidente del Pdcs, Teodoro Lonfernini: “Se vogliamo una politica credibile, fatta da politici credibili – spiega – servono persone con posizioni accertate”. Gli altri, quelli nominati nei fascicoli della magistratura o in mezzo ad altre situazioni poco chiare, sono invitati a “fare un passo indietro”.

Nel mirino “Mi riferisco in maniera forte, anche se i diretti interessati avranno tutte le ragioni per difendersi, alle questioni legate a Stolfi (Fiorenzo, consigliere del Psd, ndr) con Fincapital e ad altri personaggi” coinvolti nelle vicende collegate al caso “Banca commerciale”, precisa Lonfernini riepilogando l’intervento fatto venerdì sera nell’incontro del gruppo consiliare di via delle Scalette. “Situazioni che riguardano sia membri di opposizione che di maggioranza”, puntualizza, perché “il problema è trasversale”. Tutto “si genera dal Consiglio, purtroppo, lì ci sono personaggi che hanno confuso l’attività di carattere pubblico con quella privata”.

Se ne vadano Certe presenze, “in un momento straordinario come questo, non sono più accettabili”, tuona lo scudocrociato, “è un problema di credibilità”. Lonfernini ritiene che per una “classe politica che insegue la trasparenza sia ora di dirgli di andare via”. Poi “la loro giustizia la vadano a cercare quando sono liberi dalle istituzioni, attendano il corso delle attività di indagine”. Lo scudocrociato, che parla “con serenità e senza toni drammatici”, lancia un monito ai colleghi di maggioranza: “Se il Patto, che si è costituito sull’onda di un cambiamento e si è impegnato anche per il cambiamento del sistema politico del Paese, non è in grado di completare questo processo, è il caso che si fermino le bocce e la maggioranza riveda la sua condizione politica”.

I problemi del Patto Il vertice democristiano di venerdì sera, oltre all’analisi sulla ‘reputazione’ del parlamento, è stato teatro del confronto voluto dal segretario Marco Gatti sulle incertezze vissute dalla maggioranza in Consiglio. Dove, come nell’ultima sessione, la coalizione che sostiene il governo non è riuscita ad approvare tutte le misure presentate ed è stata costretta a ritirarne altre a causa del pericolo di incappare in nuovi ‘scivoloni’. “Non possiamo trovarci sempre nella condizione di non sapere se abbiamo i numeri che servono”, lamenta Lonfernini. Per risolvere la situazione occorre cambiare registro confrontandosi prima dell’appuntamento con l’aula, e non durante le sedute: “Affinando questo metodo – valuta il presidente del Pdcs – si ha la tranquillità necessaria per portare in Consiglio i provvedimenti di legge”. Attualmente, invece, “quando per esempio una segreteria di Stato spinge sull’acceleratore” accorciando i tempi, “c’è il rischio che alcuni consiglieri non capiscano né i contenuti del progetto, né le ragioni di tanta celerità”. E che si arrivi al test consiliare senza i numeri necessari. Anche perché a volte chi non è convinto, oppure è contrario, usa proprio il voto come messaggio “per dire ‘attenzione’ alla maggioranza”.

Il bilancio Il Patto in questi giorni è chiamato anche a fare i conti con la legge di bilancio, all’interno della quale un ruolo di primo piano verrà rivestito dagli “interventi programmatici, basati su tre regole ferree: rigore, equità e crescita”, ricorda Lonfernini. Il confronto necessario per affinare il documento passato in prima lettura, attualmente aperto, servirà anche come test per calibrare il metodo di lavoro del Patto. Chiamato, oltre a far quadrare i conti, “a dare prospettive al Paese”.  

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