Torna d’attualità, nella Repubblica di San Marino, la giungla fiscale

Torna d’attualità, nella Repubblica di San Marino,  la giungla fiscale

La vicenda Punto Shop ripropone all’attenzione dei sammarinesi, fra l’altro, la questione tributaria.
I Segretari di Stato all’Industria e al Lavoro nel precedente governo, Tito Masi e Pier Marino Mularoni, hanno assicurato di non aver mai avuto notizia alcuna da chicchessia mentre erano in Congresso di Stato, cioè fino al 3 dicembre 2008, dello stato di difficoltà dell’azienda perché non segnalato né dall’azienda stessa né dall’associazione degli industriali né dai sindacati.

Siccome fra i debiti, oltre ai 23 milioni delle banche, ai 5 milioni dei fornitori e agli 800mila euro dei dipendenti, ci sono anche 2milioni di euro di mancati versamenti allo Stato, viene da pensare o che gli uffici dello Stato di propria iniziativa abbiamo lasciato accumulare cotanta somma oppure che il debito verso lo Stato sia stato registrato – dolosamente? – tutto dopo il 3 dicembre 2008, giorno in cui è stato varato il nuovo governo, che ha visto subentrare a Masi, Marco Arzilli ed a Mularoni, Gian Marco Marcucci, Segretario di Stato al Lavoro.
Non si sa chi abbia dato cotante facoltà agli uffici statali del settore. Non essendo stata emessa dal Congresso una delibera specifica per il debito verso lo Stato di Punto Shop, viene il sospetto che di situazioni debitorie – si spera non per importo – analoghe ce ne siano altre, autorizzate da precedenti disposizioni governative.
Di certo, da quanto hanno dichiarato in conferenza stampa Arzilli e Marcucci, la Punto Shop non godeva di un particolare ‘tipo di trattamento’ per i redditi tipo Karnak che invece di pagare il 17% come le comuni aziende, si ferma – o si fermava? – al 4,8%.

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