Tra licenziamenti e shopping bancario

Tra licenziamenti e shopping bancario

Tra licenziamenti e shopping bancario

La pubblicazione di alcune indiscrezioni riguardo la nota vicenda relativa alla cessione delle quote di controllo della BAC – Banca Agricola Commerciale da parte del Gruppo Unicredit offre lo spunto ad alcune riflessioni da parte del Segretario Generale della CDLS – Marco Beccari.

‘Sul fatto che il sistema bancario e finanziario sammarinese stia attraversando da alcuni mesi dei momenti molto delicati e difficili credo non vi siano dubbi; è altrettanto vero che, più in generale, tutto il sistema economico del nostro Paese è in uno stato di assedio da parte della vicina Italia. A tutto ciò si deve sommare la crisi economica internazionale che sta distruggendo migliaia di posti di lavoro e contribuisce a potenziare l’attacco- già in corso da alcuni anni da parte degli organismi economici internazionali (come il Fondo Monetario) allo stato sociale ed ai diritti dei lavoratori e dei cittadini.’

‘Nel corso degli incontri avvenuti con le Associazioni di categoria degli imprenditori e con molti industriali, vengono puntualmente ribadite cose già sentite ormai centinaia da volte riguardo alla crisi in atto ed allo stato di difficoltà economica delle aziende che stanno attingendo a piene mani risorse pubbliche tramite gli strumenti previsti dagli ammortizzatori sociali. Anche gli altri strumenti di aiuto alle aziende come il ‘credito agevolato straordinario’ ed altre forme di credito sono utilizzate in misura crescente. Tutto questo con il sacrosanto obiettivo di salvaguardare le aziende e, di conseguenza, i posti di lavoro esistenti. Purtroppo la crisi è profonda e le risorse sono limitate.’

‘Quando però si legge di una cordata nata per rilevare le quote della BAC formata da un istituto di credito (e qui bisognerebbe forse sapere chiaramente di quale si tratta, viste le criticità di qualche banca), di imprenditori sammarinesi ed italiani, ed anche in questo caso sarebbe opportuno conoscerne nomi e cognomi, e manager bancari (credo che sia assolutamente opportuno sapere chi sono e di quali principesche retribuzioni hanno sinora beneficiato, visto l’impegno economico in gioco) allora qualche riflessione sorge spontanea.’

‘Se questi imprenditori hanno delle disponibilità economiche così rilevanti e tali da partecipare ad una cordata di molte decine di milioni di euro, perché invece di piangere miseria ad ogni occasione, esternare lo stato di crisi permanente delle loro aziende, mandare a casa decine di lavoratori a causa della crisi ed utilizzare preziose risorse pubbliche, non investono le loro rilevanti disponibilità nelle loro aziende ?? Magari investendo in formazione, sviluppo e ricerca, invece di inseguire in maniera quasi maniacale l’obiettivo di ridurre il costo del lavoro e ‘cinesizzare’ i lavoratori sammarinesi ?? Quali sono in dettaglio i piani industriali presentati ?? Il mantenimento – senza se e senza ma – dei posti di lavoro è assicurato ??’

‘Sarebbe certamente molto meglio che questi ‘quattro imprenditori’ si concentrassero sulle loro attività imprenditoriali, investendo lì le loro risorse, piuttosto di avventurarsi in operazioni finanziarie che creerebbero un pericoloso intreccio tra banche e imprese con potenziali conflitti di interessi.’

‘Riguardo alla cessione delle quote della BAC, credo che sia indispensabile una chiara e trasparente presa di posizione del Governo che ribadisca – una volta per tutte – la necessità che a rilevare queste quote siano gruppi economici esterni al territorio sammarinese. Bisognerebbe anche dire con chiarezza che una possibile involuzione autarchica del sistema bancario sammarinese sarebbe pericolosissima per il Paese e per il futuro della nostra economia. Si creerebbero centri di potere finanziario ed economico pericolosissimi per la nostra piccola realtà.’

‘In ogni caso deve essere chiaro che nessun progetto che riguarda la BAC dovrà essere autorizzato dagli Organi di Vigilanza e dall’Esecutivo se non viene prevista – in maniera chiara ed inequivocabile – la totale salvaguardia dei posti di lavoro esistenti. Non è vero che l’unica alternativa a questa o ad altre ‘cordate’ è la liquidazione volontaria (come detto erroneamente da qualche organo di stampa); ci sono anche altre soluzioni – sinora ignorate – che stiamo pensando e delle quali molto presto informeremo l’opinione pubblica.’

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