Tribunale di San Marino. Maxi multa sui magistrati non residenti

Tribunale di San Marino. Maxi multa sui magistrati non residenti

Alessandra Nanni di Il Resto del Carlino San Marino: La stangata. I magistrati rischiano di pagare al fisco 250mila euro a testa / Evasione,un conto salato per i giudici italiani indagati 

La  ‘bomba’ era scoppiata nel febbraio scorso, sull’onda di un esposto presentato da un cittadino sammarinese, il quale sosteneva che i 19 giudici italiani che lavorano nel tribunale sammarinese, di fatto risiedono in Italia e sul Titano hanno quindi una residenza solo fittizia. Con la logica conseguenza di non avere dichiarato per anni i loro redditi al fisco. Ad avviare gli accertamenti era stato il Nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza di Rimini, mentre in Repubblica si scatenava il finimondo. Se da una parte i magistrati si dichiaravano assolutamente tranquilli, bollando come «una follia» l’accusa di evasione, dall’altra si invocavano interventi politici per chiarire la vicenda una volta per tutte. Essendo i 19 provenienti da mezza Italia (inclusa Rimini), gli stralci avevano raggiunto altrettante procure. Fin dall’inizio però l’azione penale era apparsa destinata all’archiviazione. Per fare scattare il reato, è necessario infatti che l’evasione passi una soglia di 180 mila euro, mentre gli stipendi dei giudici vanno dai 90mila ai 130mila euro.

Al termine degli accertamenti, gli investigatori delle Fiamme Gialle hanno quindi concluso che sono tutti sotto la soglia di punibilità e hanno trasmesso i risultati alla Procura che sta preparando la richiesta di archiviazione.

Chiuso il capitolo penale, resta però quello fiscale. Secondo i calcoli fatti dalla Finanza, ci sarebbero comunque cinque anni di imposte non versate e per ogni magistrato apriranno una verifica fiscale che, dai primi e approssimativi conti fatti, potrebbe chiudersi, tra imposte e sanzioni amministrative, con un conto di 250mila euro a testa. Una cifra astronomica, anche se l’ultima parola spetterà naturalmente all’Agenzia delle entrate, a cui i finanzieri invieranno il tutto.  

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