Tribunale di San Marino. Truffa monofase, milioni. Nq Rimini San Marino

Tribunale di San Marino. Truffa monofase, milioni. Nq Rimini San Marino

Nq Rimini San Marino: Società italiane aperte ma non operanti ricevevano i documenti di vendita dei prodotti del Titano / Truffa milionaria di monofase / In tre alla sbarra per rimborsi da un milione e 230mila euro non dovuti La ditta sammarinese faceva figurare esportazioni in Italia con fatture false

SAN MARINO – Truffa ai danni dello Stato sammarinese e false fatture. Con queste ipotesi di reato sono a processo due sammarinesi, padre e figlio, Giuseppe e Alessandro Burgagni, 60 e 33 anni, e una donna di 39 anni originaria del Uzbekistan, Anya Gracheva. Giovedì pomeriggio davanti al commissario della legge, Roberto Battaglino, e al procuratore del fisco, Roberto Cesarini, sono state sentite le testimonianze proprio dei due imputati Burgagni. Secondo il rinvio a giudizio, Burgagni senior era l’amministratore di fatto della società, intestata al figlio fino al 2008, la Novatech (ditta individuale) che, dal 2009 in poi, era diventata la Novatech srl, intestata dalla 39enne straniera. In tutti i casi, sia la ditta individuale che di fatto gestiva un negozio di macchine fotografiche, che la società a responsabilità limitata, sarebbero state riconducibili a Giuseppe Burgagni. L’indagine sulla Novatech parte dalla segnalazione dell’Ufficio di controllo sulle società che nota delle discrepanze nelle richieste di rimborsi monofase avanzate allo Stato. Dall’Italia poi arrivano alcune denunce e segnalazioni. Tra queste anche quella di una barista che a sua insaputa si era ritrova titolare di una ditta con partita Iva alla quale la Novatech aveva inviato una fattura. Viene così a galla il meccanismo usato – sempre secondo l’accusa – per frodare il fisco sammarinese. Ossia, la Novatech faceva figurare delle vendite all’estero, delle esportazioni, per le quali poteva chiedere allo Stato il rimborso dell’Iva che aveva versato per importare il prodotto a San Marino. E invece vendeva al dettaglio. Inoltre gli inquirenti rintracciato ditte fantasma in Italia, che a parte l’apertura di una partita Iva con documenti falsi, non avevano mai davvero operato in alcun settore. A queste ditte la Novatech fatturava le esportazioni. Stando ai conti degli inquirenti, Burgagni dal 2008 al 2009 avrebbe chiesto rimborsi di monofase per circa un milione e 230mila euro. Il processo è stato aggiornato al 24 maggio per le conclusioni.  

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