Un esempio di intervento contro la mala politica, 1994

Un esempio di intervento contro la mala politica, 1994

Esempio di un intervento andato a segno (tratto dalla difesa di Marino Cecchetti, nei processi avviati da 10 consiglieri)

A ridosso delle festività natalizie del 1994, insomma pochi giorni prima di Natale, fu presentato in Consiglio in prima lettura un progetto di legge che dava facoltà alle banche sammarinesi non aventi scopo di lucro, Cassa di Risparmio e Cassa Rurale di Depositi e Prestiti di Faetano, di trasformarsi in società per azioni.

La legge sarebbe stata presentata in seconda lettura già nella prima seduta del Consiglio subito dopo le festività.
Un scelta dei tempi chiaramente sospetta. Insomma una furbata, per far passare la legge senza inciampi.
Con detta legge i patrimoni dei due Enti – beni collettivi, messi assieme da generazioni di sammarinesi soprattutto emigrati – sarebbero potuti finire in gran parte nelle mani di privati, sammarinesi e non.
 
Ruppi l’omertoso silenzio, astutamente creato attorno al progetto con il clima natalizio, intervenendo sull’unico giornale allora esistente a San Marino, Il Quotidiano, diretto da Angela Venturini, ora mia querelante.
Un articolo lunghissimo. Un minisaggio, pubblicato in tre puntate fra il 6 e il 12 gennaio 1995.
Un segretario di Stato dell’epoca cui avevo dato del fascista e peggio, non mi denunciò, come hanno fatto Ivan Foschi, Mario Venturini e gli altri. Mi telefonò seccato. Seccatissmo. Rispose e fece rispondere sui media del tempo. Si aprì una discussione pubblica.
L’iter della legge subì uno stop.
La legge, radicalmente modificata nelle parti essenziali, sarà sì riportata in Consiglio, in seconda lettura, ma solo verso la fine del 1995. E modificata in modo tale, che gli autori del mefistofelico progetto, finirono per disinteressarsene. Tanto che le trasformazioni bancarie previste da detta legge ebbero luogo solo 5 anni dopo e precisamente nel 2000, quando già quei signori avevano in tasca le autorizzazioni per aprire proprie banche, unitamente a finanziarie, praticamente, in numero ad libitum (i soggetti finanziari da meno di una decina arrivarono a 72 in meno di 10 anni).
 

Altro fatto: la depenalizzazione di reati fiscali e societari

Un altro fatto, a metà anni Novanta, mi ha indotto a scrivere via via più spesso di cose pubbliche: la depenalizzazione di reati fiscali e societari[9] come il falso in bilancio, l’evasione fiscale, la falsa certificazione o la falsa fatturazione ai fini dell’evasione fiscale.

Depenalizzazioni che si sono abbattute sul Paese, devastandolo come una valanga, come uno tsunami.
Gli effetti non sono stati ancora neutralizzati.

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