Una risata vi seppellirà

Una risata vi seppellirà

Ci sono notizie che fanno proprio ridere, e, se è vero quello che ho trovato in internet, aiuta molto a vivere. «Non siate avari con le risate. Anzi, abbondate. Non sprecate né tempo né energie, ma al contrario farete un vero bagno di benessere. Ridere cambia la vita, e la migliora. Troppo spesso ci prendiamo tanto sul serio, quando proprio non serve, e magari ci gonfiamo, in un unico e deprimente meccanismo. Deprimente anche per chi è costretto a starci accanto. E intanto sprechiamo quelle continue opportunità che la vita ci concede di alleggerire anche le cose più pesanti, di ammorbidirle nella leggerezza di una salutare risata. Una risata che, se condivisa con persone care, si trasforma anche in un gesto d’amore.» (nonsprecare.it)

Così devo proprio ringraziare il capo delle sardine italiane per la notizia che ha dato, così che l’autore dello scherzo ha potuto mettere in piazza tutta la vicenda. È successo infatti che tale Matti Santori abbia dichiarato di avere ricevuto una telefonata, chiaramente privata, da Papa Francesco, a sostegno del suo impegno politico, in particolare «Mi ha detto ‘Continuate così, perché la gentilezza che emana dalle vostre piazze è fondamentale’».

Certo, pensare che il fondatore dei Papaboys abbia espresso il suo compiacimento a Santori e i suoi auguri per questo «movimento», che padre Sorge si sia profuso in lodi sperticate per questa novità giovanile, che quasi tutta la stampa e il mondo della comunicazione abbia dato il suo sostegno a quanto Santori e le sardine facevano, indicando il fenomeno come il nuovo che avanza, beh, di fronte alla smentita della Zanzara (un programma che aveva già preso di mira con questi scherzi telefonici molte altre persone) oltre che a farci scoppiare in una fragorosa risata ha mostrato l’inconsistenza vanesia di tale personaggio.

Un po’ come la rana che per le lodi di cui era oggetto si ingrandì fino a scoppiare. Come dice Fedro: «Un giorno la rana vide un bue al pascolo e presa da invidia per tanta grandezza gonfiò la pelle rugosa. Poi chiese ai suoi figli se fosse più grossa del bue: risposero di no.

Tese di nuovo la pelle con sforzo maggiore e chiese ancora chi fosse più grande; risposero: il bue. Alla fine, esasperata, mentre cercava di gonfiarsi ancora di più, il suo corpo scoppiò e così morì.» E mi auguro che scoppi pure come una bolla di sapone questo inganno alla intelligenza del popolo e al suo valore. Sì, perché quella che Santori ha spacciato come «la gentilezza che emana dalle vostre piazze» altro non è che parole vuote. La realtà è invece l’insulto, la demonizzazione dell’avversario, la mancanza di rispetto elementare per le posizioni che non si condividono. Un po’ come, in Italia, in questi giorni, coloro che esaltano un fenomeno contraddittorio come la Resistenza (quella operata dai comunisti e montata dall’ANPI come spazio di civiltà e inizio di autentica libertà) vorrebbero che noi pensassimo. Dimenticando la violenza gratuita, gli stupri, gli assassinii, le rapine operate da coloro che poi hanno pure ricoperto cariche altissime nella politica del Paese. Basterebbe qui citare i libri di Gianfranco Stella – ultimo «Compagno mitra» –, ma anche tutto il lavoro recente di Gianpaolo Pansa, per rendersi conto di come stanno realmente le cose, e che quindi certe parole, come libertà, democrazia, popolo, senso della politica non hanno un significato univoco e spesso sono usate per mascherare comportamenti di cui vergognarsi.

Noi viviamo fieramente in quella che ci accoglie come la «Antica terra della libertà», terra che ha saputo accogliere personalità diverse, con senso di autentica umanità. Questo ci aiuti a guardare a coloro che vi abitano con cordiale attenzione e rispetto, perché sappiamo trarre anche da questi episodi, quelli esilaranti e quelli tragici, un suggerimento per umiltà e realismo, senza inutili infatuazioni e con un senso di responsabilità che questa emergenza triste in cui viviamo non può né deve cancellare.

Don Gabriele Mangiarotti

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