Upr: Costi della politica, presenteremo odg ‘taglia commissioni’

Upr: Costi della politica, presenteremo odg ‘taglia commissioni’

Mentre il Governo ed i suoi 33 scudieri cantano il “magnificat” lodando gli effetti benefici e (addirittura!) educativi della riforma tributaria, la politica rimane inerme rispetto alla crisi. Il 2013 doveva essere l’anno della spending review ma, diversamente dalle aspettative, poco e male è stato fatto. Nel prossimo Consiglio Grande e Generale presenteremo un Ordine del Giorno per dare un segnale forte in questa direzione. Avanzeremo, infatti, la proposta di avviare un confronto sulla sostenibilità del nostro Stato rispetto alla sovradimensionata proliferazione di commissioni – di nomina consigliare – che compongono la nostra variegata costellazione istituzionale. Nella seduta consigliare del 16 – 17 gennaio 2013, la prima dopo la nomina del governo, su 42 commi ben 32 riguardavano la nomina di apposite commissioni. Non sono forse un po’ troppe? Sono ancora utili? Una pluralità di organismi è espressione di una sana vita democratica oppure è un modo – per tutti i partiti ed i movimenti – per parcheggiare i propri rappresentanti e/o le proprie clientele? Ma soprattutto quanto ci costano? Se in passato questi organismi sono nati per sostenere l’amministrazione oggi non si giustificano più. Anzi, in molti casi, perché è necessario mantenere in piedi una commissione i cui compiti possono essere già espletati dall’amministrazione? Se un cittadino ha i requisiti, a norma di legge, per inoltrare una domanda è sufficiente il parere dell’Ufficio preposto non la discrezionalità di organo politico. Un esempio su tutti la Commissione per le Politiche Territoriali, ancora conosciuta nell’immaginario collettivo come Commissione Urbanistica, di cui abbiamo – forse per lavarci la coscienza dopo anni di totale discrezionalità legalizzata – dato corso ad una risibile riforma: la modifica del nome e l’allargamento della platea dei partecipanti. Un po’ poco. Oltre il 70 % di questi organismi è ormai superato, costoso ed inutile. La nostra non è solo una proposta “taglia commissioni” ma la dimostrazione che, con poco, la politica potrebbe dare un segnale – prima di intervenire sullo stato sociale (alzando le tasse, chiudendo reparti ospedalieri e limitando l’erogazione dei servizi) – alla cittadinanza di tagli sensati. Vediamo chi ci sta.

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