Upr, dum Romae consulitur, Saguntum expugnatur

Upr, dum Romae consulitur, Saguntum expugnatur
DUM ROMAE CONSULITUR, SAGUNTUM EXPUGNATUR
(mentre a Roma si discute, Sagunto viene espugnata)
 

La massiccia partecipazione allo sciopero generale del 26 maggio – il terzo nell’ultimo anno e mezzo – non può essere classificata come un fatto normale da nessuno. Chi oggi continua invece a ritenere che il difficile momento che vive il Paese sia solo contrassegnato da una crisi temporanea o è un irresponsabile e totalmente inadeguato a reggere posizioni politiche e istituzionali oppure è disonesto intellettualmente. Le istanze dei lavoratori, unite per la prima volta alle difficoltà degli imprenditori e alle aspettative dei giovani, sono la rappresentazione autentica della crisi sociale, economica e culturale della nostra Repubblica.

Se teniamo conto che la fascia dei giovani tra i 20 e i 30 anni (laureati e diplomati) non ha prospettive serie e garantite in termini di occupazione; se pensiamo alla difficoltà per le donne di trovare posti di lavoro confacenti alle loro aspettative; se pensiamo che il ricorso alla Cassa integrazione guadagni ha visto quasi 500 aziende, nel 2010, utilizzare questo strumento e che oltre 1300 sono le società sospese o che hanno addirittura chiuso, ci accorgiamo quale sia l’impatto terribile sul bilancio pubblico e sulla tenuta dello stato sociale.

Usciamo da una sessione consiliare che ha paradossalmente anteposto, al tema del contenzioso con l’Italia, una riforma – quale quella della Pubblica Amministrazione – totalmente slegata dalle reali necessità del Paese, costosissima e non percepita come essenziale dalla pubblica opinione.

E’ stata bandita la politica estera dal dibattito consiliare, preferendola alla discussione sulla nomina di una decina di super dirigenti la cui designazione dovrebbe rappresentare il “toccasana” (sic!) ai mali della Pubblica Amministrazione.

L’Unione per la Repubblica ha da tempo proposto una soluzione politica, un governo di responsabilità nazionale, aperto ai contributi delle forze economiche, sociali e culturali presenti nel Paese, avente un solo obiettivo: recuperare in termini di credibilità’ e collaborazione il rapporto con l’Italia. E’ la vera e unica priorità anche per recuperare una forte credibilità’ verso il Governo italiano e quegli organismi sovranazionali (Unione Europea e Fondo Monetario Internazionale), a cui dovremo obbligatoriamente rivolgerci per consentire al nostro Stato di poter rientrare a pieno titolo nel contesto internazionale con autorevolezza e credibilità.

 
Unione Per La Repubblica (UPR)
San Marino, 27 maggio 2011
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