Upr. Palazzo addormentato

Upr. Palazzo addormentato

“IL PALAZZO ADDORMENTATO.”
Mentre il Paese ribolle di rabbia e di sconforto, il “Palazzo” appare sempre più addormentato.
E’ questa la fotografia più corretta di quello che sta avvenendo nel corso della corrente sessione consigliare. Dopo gli effetti devastanti dell’indagine “Criminal Minds” che, come era naturale, ha prodotto un forte dibattito nel comma comunicazioni a “Palazzo” tutto è rientrato nella normalità.
A tre giorni da questi eventi tutto è stato prontamente riassorbito.
Non fanno più effetto arresti su arresti, non fa più effetto l’emersione atti di violenza o di estorsione perpetrati in Repubblica, non fa più effetto lo scorrazzare di persone affiliate a realtà malavitose: è tutto diventato ordinario.
Non fa neanche effetto il palesarsi di un intreccio economico ed affaristico dai contorni molto ampi. Ci si indigna per qualche ora, si fa qualche predicozzo (del tutto inutile!) e poi tutto scivola.
Mentre la nostra comunità è disorientata e vive questa crisi economica ed occupazionale senza precedenti con apprensione e sbigottimento, il “Palazzo” continua invece imperterrito il proprio cammino senza curarsi troppo di quello che accade.
La normale routine consigliare deve riprendere fiato perché in fondo quello che è successo va contestualizzato e relativizzato.
Questo è il massimo che il “Palazzo” può e vuole fare.
La verità è che siamo arrivati al capolinea di questo sistema politico.
Sigle, cartelli elettorali, liste e consociativismo dicono poco o nulla.
Altrove – di fronte a impietosi commissariamenti di carattere internazionale – sono state scelte strade all’insegna dell’unità nazionale.
A San Marino si ragiona invece solo e soltanto sul come poter campicchiare qualche mese in più.
E questo costume riguarda tutti, non solo la maggioranza, ma anche l’opposizione. Occorre una scossa, cominciando dalla testa.
Il Consiglio Grande e generale, la sede della rappresentanza in cui si riflette la sovranità popolare, è oggi tra le istituzioni più discusse e criticate, anche perché distante dalla comunità sammarinese.
Non lo diciamo per smanie politiche o personali.
Siamo consapevoli del nostro ruolo e per questo ci rivolgiamo a chi – trasversalmente – vive il suo impegno pubblico purtroppo imprigionato da una camicia di forza ormai insopportabile.
Se chi ha un ruolo istituzionale, oggi più che mai, non capisce che deve mettersi comunque in discussione ha fallito.
Ci sono momenti, nella storia di un Paese, in cui le forze politiche devono dimostrare di avere una sintonia con lo stato d’animo dell’opinione pubblica.
A San Marino, invece, succede l’esatto contrario.
Forse perché la politica non è più in grado di leggere – con obiettività e realismo – quello che sta accadendo nel Paese.

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