Il 3 settembre prossimo, giornata in cui si celebra la festa di Fondazione della Repubblica, rappresenta naturalmente una occasione di riflessione per tutti. Un appuntamento che si colloca all’interno di una fase che, oltre ad essere segnata dalla crisi e dai tanti sacrifici imposti ai sammarinesi, rende attuale una analisi severa sulla nostra sovranità’, sul nostro rapporto con la vicina Italia e su quello che si configurera’ a breve – tramite una consultazione referendaria – con l’Unione Europea. Riteniamo che sia arrivato il momento di inserire anche un altro termine di ragionamento.
Qualche settimana fa, non a caso, abbiamo posto l’accento sul rischio di come il nostro Stato possa essere diventato, da tempo, una meta di forte interesse per poteri forti e realtà deviate. La scarsa capacità di reazione della politica, rispetto alla crisi, non rende, infatti, assurdo ipotizzare l’esistenza di poteri forti e organizzati che assistono all’impoverimento del nostro paese per poi poterne trarre vantaggi. Ciò che e’ avvenuto negli ultimi anni non può’ essere frettolosamente archiviato ma letto in profondità. Di fronte alla crisi occorre partire da un punto fermo: credere fortemente nelle capacità della comunità sammarinese. Per questo, in occasione dell’ultima legge di Bilancio, abbiamo avanzato la proposta di istituire un fondo destinato appositamente per formare una nuova classe dirigente sammarinese. Ritenevamo e riteniamo, infatti, che la politica debba scegliere di investire – con maggiore convinzione – nella formazione dei sammarinesi per dare all’intero Paese la possibilità, reale, di occupare un posto del mondo. Per questo, la scorsa legislatura, abbiamo lottato – in totale solitudine – per favorire la nomina di un cittadino sammarinese alla presidenza di Banca Centrale. Si trattava di una precisa posizione politica per porre un tema che oggi si configura come una realtà nel nostro Stato: quello della formazione di una classe dirigente sammarinese. Senza essere fraintesi o considerati retorici, rileviamo solo un fatto : oggi gran parte dei punti i punti apicali di responsabilità (sia nel pubblico che nel privato) sono in gran parte ricoperti da figure non sammarinesi. Punti apicali che, in larga parte, sono espressione – in termini formali e decisionali – della nostra sovranità.
In questi anni non sono state create, pero’, le condizioni per avviare un percorso di crescita di una classe dirigente sammarinese. Su questo punto sarebbe opportuno che, trasversalmente, ci si ritrovasse per favorire una nuova fase per la vita del nostro Stato.