Upr. Quattro priorita’ per il confronto elettorale

Upr. Quattro priorita’ per il confronto elettorale

Con lo scioglimento del Consiglio Grande e Generale si avviano ufficialmente le procedure istituzionali per la celebrazione dei comizi elettorali. Nelle prossime settimane si aprirà’ un momento in cui – oltre alla normale dialettica politica – verrà’ esplicitamente richiesto agli schieramenti di formulare precise e motivate proposte. Alle future coalizioni si richiederà’ quindi un supplemento di chiarezza definendo le rispettive posizioni in merito alle emergenze ancora da affrontare e risolvere. I programmi quindi non saranno più un dettaglio e neanche un alibi. L’Unione Per la Repubblica, nell’ultimo anno, ha quotidianamente invocato la necessità di giungere ad una tregua politica con la nascita di una fase all’insegna della responsabilità’ nazionale. Ritenevamo che questo tipo di proposta potesse consentire, attraverso un allargamento della collaborazione alle forze economiche e sociali, un momento di pacificazione e di riforme strutturali. Riteniamo che questo tema sia ancora attuale. Anche per la prossima legislatura. L’obiettivo di una larga intesa, quale condizione minima per garantire efficacia all’azione di governo, rappresenta una strada necessaria da percorrere. L’UPR porrà’ al centro della sua piattaforma programmatica quattro precise priorità’:
 
1) Dare assoluta certezza nelle relazioni internazionali (in particolar modo nel rapporto con l’Italia con la fuoriuscita dalla black – list e con un rapporto sempre più stringente l’Unione Europea);
2) Completare il percorso di allineamento normativo rispetto agli altri Paesi di riferimento;
3) Attribuire un senso compiuto e realistico ad un progetto di crescita della competitività del Sistema Paese;
4) Definire un impegno serio nella riduzione della spesa corrente affrontando seriamente la questione relativa alla Pubblica Amministrazione.
 
Sono queste le questioni fondamentali su cui l’UPR costruirà il nuovo confronto elettorale. Chiunque si ritrovi su questa impostazione è chiamato a dare il proprio contributo. Lo spazio che si vuole costruire e’ aperto – senza distinzioni – all’associazionismo laico e cattolico, al volontariato, a esponenti della società civile e punta a valorizzare competenze tecniche. Guardando soprattutto a chi, tra la protesta anche comprensibile ma sterile e la proposta di una politica responsabile, e’ disposto a impegnarsi per modernizzare il Paese attraverso le riforme.

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