L’Unione per la Repubblica manifesta preoccupazione rispetto ai
contenuti del Decreto Legge 1 giugno 2012 n. 63: “Disposizioni urgenti
in materia di pubblica garanzia sui finanziamenti erogati dalla Banca
Centrale della Repubblica di San Marino”.
Un provvedimento che, adottato sottobanco dal Governo, riporta al centro
del dibattito politico la situazione del settore bancario.
Il Decreto Legge, in mancanza di un piano generale di intervento per la
messa in sicurezza del sistema finanziario e di un progetto per un reale
rilancio, è la prova di come non vi siano idee e iniziative tecniche
di sostanza e pone in serio pericolo la stabilità finanziaria del
bilancio pubblico senza coinvolgere il Consiglio Grande e Generale.
Altroché spending review per monitorare e ridurre la spesa pubblica!
Dal cilindro del governo – abile prestigiatore anche nell’emettere
Decreti Legge – ora spuntano garanzie illimitate verso il settore
bancario.
Sintetizzando: lo Stato – ovvero i cittadini – garantisce i
finanziamenti erogati da Banca Centrale e, in caso di default della
banca o di più banche, si farà carico degli oneri (che non sono
bruscolini!) in ragione dell’ordine di grandezza dei bilanci degli
istituti di credito.
L’UpR ritiene che la garanzia pubblica sui prestiti alle banche
deresponsabilizza Banca Centrale ed espone a un rischio indeterminabile
lo Stato, senza alcuna salvaguardia in termini di trasparenza degli
interventi.
E’ pur vero che il provvedimento fu presentato per la prima volta il 25 novembre 2009 con il Decreto Legge n. 158.
Allora tuttavia – in piena emergenza determinata dallo scudo fiscale e
con l’emersione della vicenda Carisp – esistevano presupposti e
condizioni molto diversi e, soprattutto, non erano disponibili due
strumenti normativi quali il Decreto 2009/162: “Disposizioni urgenti in
materia di riserva obbligatoria a carico delle banche sammarinesi” e il
“Regolamento per la gestione e il funzionamento del Fondo di garanzia”
di Banca Centrale, entrato in vigore il 31 marzo 2012, che permettono a
Banca Centrale e al sistema ampi margini di intervento.
A ciò va infine aggiunta la permanenza di fondi pensione presso il
sistema bancario, che costituiscono un’ulteriore riserva di liquidità
che i cittadini direttamente già forniscono al sistema attraverso gli
investimenti che periodicamente vengono effettuati presso gli istituti
di credito.
La possibilità di disporre di un sistema bancario stabile, autorevole ed
evoluto è una condizione indispensabile per rilanciare l’economia del
Paese.
Ci troviamo invece, ancora una volta, di fronte a interventi tampone, scollegati da una coerente logica di sviluppo.
L’ordine del giorno approvato all’unanimità dalla Commissione Finanze ad
aprile prevedeva due punti specifici che l’Unione per la Repubblica
ripropone per memoria:
1) sviluppo di un piano di rilancio del sistema bancario, anche
implementando le missioni di assistenza del Fondo Monetario
Internazionale e completando la riforma di Banca Centrale; 2)
nell’ambito degli interventi di consolidamento e rilancio del sistema
bancario e finanziario sammarinese, basato anche sulla trasparenza degli
assetti proprietari, definizione delle modalità di supporto e di
partecipazione dello Stato, in presenza di opportune garanzie e
condizioni, nell’operazione di ricapitalizzazione e riorganizzazione
della Cassa di Risparmio della Repubblica di San Marino, con apposito
provvedimento legislativo adottato dal Consiglio Grande e Generale.
Osservando ora il balletto intorno a Cassa di Risparmio, esaminando il
Decreto Legge e considerando il deterioramento dei dati di sistema, ci
pare giunto il tempo di interventi seri per il varo di politiche nuove
in questo settore vitale.
Non lasciandosi ulteriormente coinvolgere in ambigui quanto pericolosi giochi di prestigio!
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