Vaccini da San Marino agli italiani, il governo: “Sì ma dopo aver concluso la nostra campagna”

Vaccini da San Marino agli italiani, il governo: “Sì ma dopo aver concluso la nostra campagna”

“Abbiamo necessità di proseguire l’attività vaccinale della piccola comunità sammarinese ma, una volta risolto questo aspetto in tempi sicuramente brevi, non ci tiriamo indietro da quel principio solidaristico su cui i nostri due territori e i nostri due Stati hanno convissuto da sempre”.

I protagonisti dell’incontro in posa

 

Il Segretario di Stato al Lavoro Teodoro Lonferini ha risposto così alla selva di giornalisti che lo attendevano dopo l’incontro con il senatore Matteo Salvini a Roma. Un colloquio a cui hanno preso parte anche esponenti di tutta la maggioranza di governo sammarinese: Denise Bronzetti (NPR), Marco Nicolini (Rete) e Gaetano Troina (DML). Da parte italiana insieme al leader della Lega c’erano l’On.le Jacopo Morrone e il Senatore Manuel Vescovi. Il primo in particolare, oltre che deputato, è segretario della Lega in Romagna.

Una nota stampa del governo sammarinese parla di un “colloquio informale, segnato da toni cordiali e amichevoli” che ha visto al centro il “tema dei vaccini e dell’immunizzazione” ma anche “gli aspetti legati alle questioni comuni e la collaborazione con i territori limitrofi alla Repubblica”.  

Tra questi con tutta probabilità c’è il caso targhe, la norma inserita proprio per volontà leghista nel Decreto sicurezza nel novembre 2018 che ha introdotto sanzioni per gli italiani chi si mettono alla guida di un veicolo con targa straniera portando ad un forte impatto su molte aziende sammarinesi e ad un crollo delle immatricolazioni sul Titano. Su questo tema nel luglio 2019 Lonfernini scrisse a Salvini a ruoli invertiti (il leghista era ministro, il democristiano parlamentare) per sollecitare una soluzione. Ma nonostante qualche piccolo correttivo, l’Italia non è ancora intervenuta per tutelare gli italiani frontalieri e i piccoli paesi limitrofi come San Marino.

Tornando all’incontro di ieri, Salvini ha continuato a tessere alla stampa le lodi del Titano: “Faccio i complimenti al governo di San Marino – ha detto – che se tutto va come previsto entro fine aprile mette in sicurezza tutta la popolazione. Ci sono poi migliaia di italiani che abitano a San Marino e migliaia che tutti i giorni vi lavorano. Quindi una volta completata la campagna vaccinale della sua popolazione mi piacerebbe che tra i due governi ci fosse un accordo perché si cominciassero a mettere in sicurezza i cittadini italiani nel nome della sicurezza e nel nome del lavoro”.

Sull’opportunità di usare per i cittadini italiani il vaccino russo Sputnik non ancora autorizzato dall’Ema Salvini è stato chiaro: “Per me può essere prodotto ovunque basta che funzioni e che arrivi in fretta. A San Marino e in altri paesi europei stanno usando lo Sputnik con risultati brillanti. A me interessano poco i problemi burocratici, le lentezze e i ritardi dell’Europa. A me interessa la salute dei cittadini italiani”.

Pungolato sulla distanza tra queste posizioni un po’ anti europeiste e l’anima fortemente europeista del governo Draghi, il senatore ha lanciato la frecciata: “Devo aspettare da Bruxelles altri tre mesi che mi dicano se mi arriva quello che mi era stato promesso? Mi muovo prima”. 

 

La questione sanitaria, con i vaccini russi, si intreccia con quella politica italiana in cui il Carroccio sta pungolando con forza gli alleati del nuovo governo Draghi. E in questo senso San Marino deve fare molta attenzione a restare in equilibrio, visto ad esempio che la sanità italiana è ancora guidata dal ministro Speranza su cui è indirizzato ora gran parte del pressing leghista.

La grafica diffusa dal Senatore Vescovi sui social dopo l’incontro

 

Non solo. Ma l’amore della Lega per San Marino (anzi per i “suoi” vaccini) ha riflessi anche a livello locale visto che quest’anno ci saranno le elezioni amministrative in diversi comuni limitrofi (Rimini, Novafeltria, Pennabilli, Cattolica, Montescudo-Monte Colombo, Mercatino Conca, Sassofeltrio) con circa 170mila romagnoli chiamati alle urne a cui certamente interessa la promessa di un vaccino prima degli altri. Ma anche qui dobbiamo fare i conti con chi amministra oggi questi territori, ovvero il centro sinistra guidato da Gnassi e Ricci.

Una partita dunque delicata che può avere risvolti inaspettati. Nel bene o nel male.

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