Vincolo di mandato per i consiglieri di San Marino, Repubblica futura risponde a Rete: “Lasciate perdere le Istanze d’Arengo e per una volta fatevi un esame di coscienza”

Vincolo di mandato per i consiglieri di San Marino, Repubblica futura risponde a Rete: “Lasciate perdere le Istanze d’Arengo e per una volta fatevi un esame di coscienza”

“È ancora politicamente molto calda la vicenda del consigliere Iro Belluzzi che ha deciso di abbandonare la lista nella quale era stato eletto nel 2019 per approdare ad altro gruppo consiliare che si colloca sul fronte opposto nello schema maggioranza–opposizione”.

Lo dice Repubblica futura, sottolineando in una nota che “tra le tante legittime reazioni” che “la decisione” presa da Iro Belluzzi “ha suscitato”, cioè quella di lasciare Psd e Npr per approdare in Libera, “desta particolare interesse quella di alcuni esponenti di Rete che, pare, sfocerà in un’Istanza d’Arengo giusto in tempo per l’ormai prossima convocazione semestrale”.

Il tono “è solenne e minaccioso”, si vorrebbe “introdurre nel nostro ordinamento il vincolo di mandato per il consigliere che, in corso di legislatura, vedesse venire meno le ragioni di appartenenza al gruppo consiliare in cui è stato eletto”. Secondo questa teoria, “un consigliere sarebbe costretto alle dimissioni dal Consiglio Grande e Generale piuttosto che continuare a svolgere, pur in una collocazione politica diversa, il ruolo istituzionale per cui è stato eletto dalla cittadinanza”.

“È un dibattito vecchio come il mondo su cui sono stati spesi fiumi di parole – commenta Rf -, tuttavia sorgono alcune domande che riteniamo doveroso rivolgere agli esponenti di Rete: Perché nella scorsa legislatura, allorquando si verificò un fatto analogo, il movimento Rete, anziché evocare il vincolo di mandato, esaltò il coraggio del consigliere che uscì dalla maggioranza per entrare nell’opposizione? Nel 2019, ma anche negli anni precedenti, il movimento Rete incentrò le sue campagne elettorali e la sua attività politica, tra le altre cose, su alcuni argomenti molto precisi e molto scottanti, tra i quali la qualità della vita dei cittadini di Gualdicciolo e di Acquaviva e la loro difficile convivenza con realtà industriali come la Cartiera, la lotta alle consulenze strapagate nell’ambito dell’Amministrazione pubblica, l’assoluta contrarietà al debito pubblico estero (memorabile la raccolta di oltre 1.000 firme a sostegno), la contrarietà ad ogni forma di privatizzazione dell’Iss e dell’esercizio privato della professione medica per coloro che ci lavorano, il ritorno perentorio delle Poste dentro la Pa con conseguente abbandono del progetto dell’Ente Poste SpA (come non ricordare le grandi rassicurazioni fornite da Rete al comitato promotore della legge di iniziativa popolare?) ed evitare con sdegno qualsiasi evento mondano legato all’attività politica”.

“Non ci risulta che a Gualdicciolo si viva meglio da quando Rete, ormai due anni e mezzo fa, ha assunto responsabilità di governo, come non ci risulta che siano terminate le consulenze strapagate (anzi a volte sono proprio i segretari di Stato di Rete a concederle) – manda a dire il partito di opposizione -; è altresì certo che il governo di cui Rete fa parte abbia contratto un debito estero per più di 300 milioni di euro. Aggiungiamo poi che la segreteria alla Sanità, retta dal leader di Rete, ha concesso, tra le tante altre, una consulenza dell’importo di 100.000 euro per la realizzazione di un nuovo Ospedale, di cui la beneficiaria non ha alcuna competenza, prevedendone forse la privatizzazione; non ci risulta poi che le Poste siano tornate nella Pa dato che la legge d’iniziativa popolare è stata affossata con i voti degli stessi consiglieri di Rete; dulcis in fundo, gli esponenti di Rete non si sono di certo sottratti a eventi mondani, tra cui la cena di gala in stile hollywoodiano con ospite d’onore Sting o il memorabile festino di via Giacomini in pieno lockdown mentre a tutti i sammarinesi era preclusa qualsiasi possibilità di riunioni o eventi di questo genere”.

“Alla luce di tutto”, chiede Repubblica futura, “ciò vorremmo quindi domandare ai castigatori dei cattivi costumi di Rete: come potete meravigliarvi se qualche consigliere abbandona la maggioranza e con quale coraggio ne chiedete le dimissioni dopo avere disatteso le promesse elettorali tramite le quali avete carpito voti di cittadini in buona fede per poi tradirne la fiducia?”.

“Tra coerenza politica e vincolo di mandato il confine, sull’uso della delega ricevuta dai cittadini in modo disinvolto per non dire ingannevole, è molto sottile. Lasciate perdere le istanze d’Arengo e per una volta fatevi un esame di coscienza”, chiosa Rf.

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