L’INFORMAZIONE DI SAN MARINO 3/05/2010 (L’anonimato che nessuno vuole
abolire-1)
Il Paese è sull’orlo
del baratro (Mularoni,
Esteri).
Eppure i politici sammarinesi non paiono tutti
intenti ad occuparsene visto che non si vergognano di tornare a ‘furbacchiare’,
anche in questo terribile frangente, sull’anonimato societario.
I politici, infatti, stanno ri-presentando in
Consiglio una legge … per eliminarlo, l’anonimato societario. Nuovamente. La
legge dell’anno scorso non è bastata.
Il fucile era caricato a salve.
La Repubblica di San Marino da decenni è retta da
politici per i quali la lotta alla corruzione non è la principale delle loro
preoccupazioni, tanto da essere divenuta, per questo fatto, la pecora nera dei
Paesi del Consiglio d’Europa.
L’anonimato
societario, a San
Marino, da decenni è l’humus del sottobosco politico affaristico che la
caratterizza. Un
terriccio melmoso-scuro fatto di 548 società Sa, cioè società anonime vere e proprie, con l’aggiunta di un
numero spropositato di società per azioni (Spa) o a responsabilità limitata
(Srl), con azioni o quote intestate a fiduciarie (anche di Paesi come Panama,
Isole Vergini, eccetera). Di fatto, anche queste migliaia di Spa ed Srl sono da
considerarsi società anonime, in quanto i nomi degli effettivi beneficiari sono
secretati: non figurano in un registro pubblico, con accesso pubblico.
Su richiesta Moneyval, il 21 luglio dell’anno
scorso (legge
100/2009) il governo disse di
aver abolito l’anonimato societario.
Con tanto di annuncio ufficiale, dichiarazioni ai
quattro venti, consenso quasi unanime delle 13 forze politiche. Clima, insomma,
da: ‘chi non è per la trasparenza alzi la mano’.
Ebbene?
Di fatto detta legge non ha abrogato nulla.
(Puntata 1- continua. Marino Cecchetti.
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