Antonio Fabbri e Carlo Filippini di L’Informazione di San Marino: intervista a Giuseppe Roberti. Terza parte

Antonio Fabbri e Carlo Filippini di L’Informazione di San Marino: intervista a Giuseppe Roberti. Terza parte

L’Informazione di San Marino

Terza puntata. Il professore di
Montefiore continua nelle sue rivelazioni sul ‘valzer’ dei soldi finiti ai
politici

Ad alimentare i libretti non solo fondazione e Amati. “Conto
Mazzini, qualche nome vi è sfuggito”

Antonio Fabbri e Carlo Filippini

Voglio andare a testimoniare in tribunale in Italia perché è mio
diritto credo che le cose che ho da dire siano interessanti per la giustizia
italiana

Roberti parla di Fiorenzo Stolfi, Claudio Podeschi, Pietro Silva e su
Mirella Frisoni dice: “Mai conosciuto la signora”

Continuano le rivelazioni di
Giuseppe Roberti sul valzer di
libretti del cosiddetto “conto
Mazzini”, movimentazioni
per le quali è indagato dal tribunale
sammarinese assieme,
per ora, ad altre 10 persone tra
politici e imprenditori. Roberti
parla anche di politica, delle
sue conoscenze sul Titano e dei
suoi rapporti con i nomi che
compaiono nelle carte dell’indagine.
Emergono conferme
ulteriori sul finanziamento ai
partiti e rivela che ad alimentare
i libretti della famiglia
“Mazzini” non furono solo
parte dei soldi di Lucio Amati
per l’acquisto del Credito sammarinese
e quelli della Fondazione
amministrata da Pietro
Silva.
Senta, chi è in questo momento
il politico di riferimento
a San Marino?

“Non ci sono dei leader politici,
ed è questo il vero guaio
della Repubblica”
Le piacerebbe una restaurazione?
“Fuori tempo e fuori luogo.
Mi augurerei, se fossi sammarinese,
una politica capace di
costruire delle alternanze. E invece
cosa succede? Che quelli
che oggi sono all’opposizione,
come hanno sempre fatto in
passato, cercano l’accordo con
chi è in maggioranza. Per cui
cosa succede? Che quando tu
cerchi l’accordo con chi è in
maggioranza, non cambi la storia
del paese. Non sei di fronte
a proposte nuove. Perché nel
momento in cui entri in coalizione
con qualcuno che ha governato,
quel qualcuno che ha
governato ti condiziona nelle
prospettive future. Tu entri già
compromesso. Questo mi dispiace,
perché San Marino è un
paese che comunque io amo ”.
Nelle carte del conto Mazzini,
tra i flussi di denaro in
entrata finiti nei vari libretti,
si parla di una fondazione
amministrata da Pietro Silva,
è quella che è stata indicata
anche in Consiglio come
riconducibile a Claudio Podeschi?

“Non so, ma sui giornali ho
letto più volte che Pietro Silva è conosciuto per la vicinanza
con Podeschi”.
Ma Claudio Podeschi lo conosce?
“Chi non lo conosce?”
E’ suo amico?
“Ne’ amico, ne’ nemico”
E Pietro Silva?
“Sì l’ho conosciuto”.
In che occasione?
“Una volta mi fu presentato”.
Chi è Pietro Silva?
“Io l’ho conosciuto come un
ingegnere. E’ un uomo molto
preparato a livello di contrattualistica
internazionale. Uno
sportivo, pilota d’auto, di offshore.
Campione mondiale di
off-shore, ricordo”.
Quanto denaro è stato movimentato
attraverso quella
Fondazione, da dove veniva e dove era destinato?

“Questo non lo so. I movimenti
di denaro della Fondazione
sui famosi libretti erano soldi
già depositati in banca, già
verificati. Da dove venissero
bisogna chiederlo alla Fondazione”.
Fiorenzo Stolfi lo conosce?
“Sì, l’ho già detto parlando
della piazza finanziaria”
Stolfi e Podeschi, vanno ancora
d’accordo?
“Penso di sì… ma questa è una
cosa che non posso sapere”
Ma li sente attualmente?
“Ho sentito rarissime volte
Fiorenzo Stolfi”.
In che occasioni?
“Casuali”
Cosa vi siete detti?
“Il pianto del coccodrillo… fi-
nito un ciclo, finito un mondo e
non è che siamo molto amati”
Lei non so, ma Stolfi?
“E’ molto amato?”
No, ha finito il ciclo?
“Penso che il ciclo sia finito
per tutti i vecchi, per tutti coloro
che hanno fatto politica
fino ad oggi. Non soltanto per
quelli cosiddetti di un’altra repubblica,
ma anche quelli che
sono oggi in politica per me
hanno finito il loro ciclo”.

Una parte dei soldi da lei
movimentati, stando alle
indagini, finisce sul libretto
“Giulio” estinto a firma Stol-fi. Lui dice che quella firma
non è la sua…

“Se Stolfi dice che quella firma
non è la sua, non sarà la
sua…”

Ma al di là della firma sa se i
soldi, attraverso il mandato
fiduciario dove poi sono con-
fluiti, sono finiti a Stolfi?

“Le giuro che non lo so”.

Scusi, ma per conto di chi lei
gestiva le movimentazioni del
conto Mazzini?

“L’avete scritto voi, perché me
lo chiedete?”

Quindi lei conferma.
“Quello che avete scritto è
quanto c’è nel documento del
tribunale, dunque… Potrei dire
che forse non ci sono tutti,
questo sì. Che i nomi… che
qualche nome a voi è sfuggito”.

Qualche nome di politico?  “Eh…”

Potrebbe farceli lei adesso…
“Eeeh, ci sono dei politici che
si nascondono dietro le sottane
delle donne e io non voglio entrare
nelle beghe di famiglia”
A parte Mazzini, c’erano dei
prestanome?

“Mmh, no…”
Cioè, qualcuno dei nomi che
figurano come coloro che
hanno movimentato i soldi
dei libretti erano dei prestanome
o agivano per conto
proprio?

“Onestamente non sono in grado
di dire questo, perché non
sono il cassiere. Non sono il
direttore della banca…”
Nelle carte compare anche
il nome di Mirella Frisoni,
agiva per conto proprio o per
qualcun altro?

“Mai vista e mai conosciuta la
signora Mirella Frisoni”.
Ma, stando alle carte, dal
libretto alimentato da versamenti
fatti da lei ha attinto la
signora Frisoni. Se lei non la
conosce allora per chi agiva?
“Chiedetelo a Mirella Frisoni…
o a chi… vi ho già risposto
prima”
Una parte dei soldi transtitati
sui libretti della famiglia
Mazzini finiva quindi alla Dc.
Il partito ne era al corrente
lei diceva…

“I nomi che voi avete indicato
mi pare che avessero dei ruoli
importanti nel partito”.
Quindi nel partito non potevano
non sapere?

“Io posso dire che mi meraviglierei
se non avessero saputo”.
Ha attualmente rapporti con
le persone coinvolte nella vicenda
Mazzini?

“Guardi, quando mi hanno
nominato ambasciatore, Fabio
Berardi, che era Segretario agli
Esteri, disse che quell’incarico
mi era dovuto se non altro per
quello che avevo già fatto e
non tanto per quello che avrei
potuto fare. Io credo di aver
fatto tanto per la Repubblica
di San Marino per le mie possibilità.
Qualcosa ho fatto di
sicuro, nel periodo del governo
Andreotti, in altri momenti,
insomma, potrei fare un elenco
lungo di opportunità e di
occasioni che mi hanno visto
partecipe di risultati ottenuti
dalla Repubblica in Italia. Non
dico attore principale, ma la
comparsa l’ho fatta in molte
vicende positive per San Marino
e questo mi è stato riconosciuto.
Debbo dire che di tanti
amici non ne sono rimasti mica
tanti che mi contattano. Sento
pochissime persone di questa
storia”.
Un’altra cosa sul conto Mazzini.
Al di là delle cose che
sono già note, cioè i soldi provenienti
da Lucio Amati per
l’acquisto del Credito sammarinese
e quelli provenienti
dalla famigerata fondazione,
somme poi entrate nei vari
libretti, ci sono altre provenienze
di denaro poi smistato
in vario modo?

“Le ripeto: c’erano offerte di
imprenditori, di cittadini, di
uomini che avevano interesse a
sostenere una parte politica”.
Quindi non è circoscritta solo
a questi due episodi l’entrata
di denaro?
“Assolutamente no. Non sono
tantissimi, ma io ne ricordo
qualcuno”.
Questo andrà a dirlo ai giudici?
“Guardate ho chiesto di testimoniare
in Italia poiché è un
mio diritto. Credo che le cose
che ho da dire possano essere
interessanti anche per la giustizia
italiana”.

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