Antonio Fabbri – L’informazione di San Marino: Denaro delle bancarotte confisca per 5 milioni

Antonio Fabbri – L’informazione di San Marino: Denaro delle bancarotte confisca per 5 milioni

L’informazione di San Marino

Denaro delle bancarotte confisca per 5 milioni 

Condannato Giovanni Camaioni, 41enne di Teramo, a 4 anni e 6 mesi. Imputato per aver movimentato i soldi della cricca dei fallimenti pilotati 

Disposta anche la confisca per equivalente di altri 467mila euroAntonio Fabbri

Condanna a 4 anni e 6 mesi e confisca di oltre cinque milioni di euro, oltre all’interazione dai pubblici uffici per due anni e alla multa di 1000 euro. Si è chiusa con questa decisione del giudice Gilberto Felici, l’udienza di primo grado a carico di Giovanni Camaioni, 41enne svizzero residente a Teramo, accusato di aver riciclato i denari della cricca romana delle bancarotte, in particolare i denari distratti dalla società International Service Group srl, amministrata da Carla Bigelli, 52enne di Roma, finita con il marito, Walter Dezi, nelle indagini sui fallimenti pilotati della capitale italiana.

Ieri l’ultima udienza nella quale, dopo l’audizione del direttore dell’Agenzia di informazione finanziaria, Nicola Veronesi, si è passati alle conclusioni.

La ricostruzione dell’Aif
L’Agenzia di informazione finanziaria,
dopo la segnalazione del
soggetto vigilato, la finanziaria
Bfc in amministrazione straordinaria,
ha iniziato le sue verifiche
ed è risalita al fatto che i denari
movimentati da Camaioni derivavano
dal provento dell’attività
illecita della cricca delle
bancarotte. Dalla ricostruzione
dell’Aif, che ha fatto cinque relazioni
sul caso, è emerso anche
che, caso anomalo, da un’altra
finanziaria, il responsabile Fabio
De Biagi andò a chiedere il
trasferimento di quei fondi. Trasferimento
che non fu concesso.
Anche questo comportamento
fu rilevato dall’Agenzia di informazione
finanziaria in termini
di pericolo e ne scaturì il blocco
dei fondi. A questo si unisce
il fatto che dalle verifiche era
emerso che i denari movimentati
da Camaioni erano il frutto di
attività illecita. Si ravvisarono
quindi gli estremi per procedere
al “congelamento” di quei fondi.
Quindi scattò il procedimentogiudiziario con rogatorie anche
oltre confine.

La Procura fiscale
Proprio sulla richiesta di collaborazione
dall’Italia ha formulato
un appunto il Procuratore
del fisco, Roberto Cesarini,
evidenziando, di fatto, come
spesso accada che, quando il
Titano richieda assistenza giudiziaria
e quando ci siano somme
cospicue sequestrate a San Marino,
le procure d’oltre confine si
attivino per iscrivere l’indagato
sul Titano, prima rimasto fuori
dalle loro inchieste, anche oltre
confine. “Quando in Italia chiediamo
collaborazione – ha detto
il Pf – forse pensano che siamo
un protettorato. Invece cosi non
è. E vorrei pertanto sottolineare
l’autonomia di questo tribunale,
indicando anche i precedenti
nei quali questo tribunale ha
deciso per i fatti qui perseguiti,
nonostante, in seguito a
rogatoria di San Marino, oltre
confine abbiano poi iscritto tra
gli indagati anche coloro che
prima non lo erano e che sono
chiamati qui a rispondere di
riciclaggio e dei reati che qui
hanno commesso”.
Per il Pf, dunque, non si può
invocare il fatto che, essendo un
soggetto iscritto tra gli indagati
per il reato presupposto in Italia
solo in seguito a rogatoria di
San Marino, questo impedisca al Titano di procedere con le
contestazioni che per primo ha
mosso. Il Pf ha anche evidenziato
come la condotta di riciclaggio
si configuri non solo con il
trasferimento e movimentazione
di somme, ma anche con l’occultamento
delle stesse. Quindi
per il Pf risulta “evidente
l’emergere della responsabilità
di Camaioni” quale prestanome
dei membri della cosiddetta
cricca delle bancarotte pilotate.
La pubblica accusa ha dunque
chiesto la condanna a 5 anni
di prigionia, la multa per 6000
euro e l’interdizione dai pubblici
uffici per 2 anni. Più la confisca
del denaro sotto sequestro pari a
5.027.698.

La difesa
A difendere Camaioni l’avvocato
Stefano Pagliai domiciliato
dalla collega sammarinese
Francesca Podeschi. Il legale
fiorentino, come aveva gi’ fatto
nelle precedenti udienze, ha
insistito sulla intervenuta prescrizione
processuale e anche
sulla prescrizione del reato di
riciclaggio, ritenendo che il reato
si consumi quando vengano
compiuti i primi trasferimenti e
movimentazioni e non quando
il denaro resti fermo. Su questo
ha citato giurisprudenza e
dottrina italiane. Quindi la sua
richiesta è stata di dichiarare
di “non doversi procedere per
intervenuta prescrizione”. Ha
tuttavia anche sottolineato nel
merito come sia emerso pure
dall’istruttoria dibattimentale
che “le firme su quei documenti
che accompagnano le movimentazioni,
sono tutte diverse l’una
dall’altra. Pertanto non tutte
sono ascrivibili a Camaioni e su
questo un dubbio deve venire”,
ha detto il legale. Ha quindi depositato
l’avviso di fine indagini
del procedimento romano sulle
bancarotte, nel quale compare
tra gli indagati anche il nome
di Camaioni, inizialmente non indagato e finito sotto accusa
dopo la rogatoria sammarinese.
Pagliai ha dunque sollevato il
fatto che, all’epoca degli episodi
contestati, non vi era la norma
sull’autoriciclaggio, che quindi
non sarebbe imputabile.

La sentenza
Non ha condiviso evidentemente
le conclusioni della difesa,
il giudice Gilberto Felici, che
tra l’altro in una precedente
sentenza su un caso analogo
– la vicenda Staiano – aveva
compiuto le valutazioni espresse
ieri dal Procuratore del fisco,
considerato che l’iscrizione di
Camaioni tra gli indagati in Italia
è arrivata dopo la rogatoria
sammarinese.
Il giudice Gilberto Felici ha
dunque condannato Giovanni
Camaioni a 4 anni e 6 mesi, a
mille euro di multa, due anni
di interdizione dai pubblici uffici
ed ha ordinato al confisca dei
5.027.637,98 già sequestrati. Ha
inoltre ordinato la confisca per
equivalente di ulteriori 467mila
euro.
Una cifra cospicua, insomma,
quella già sotto sequestro e della
quale è stata disposta la confisca
– anche se occorrerà attendere
la sentenza definitiva di appello
– se si pensa che equivale a un
terzo del deficit previsto per il
2016 nel bilancio dello Stato.

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