Antonio Fabbri, – L’informazione di San Marino: Gli uomini del ‘cerchio magico’ montenegrino viaggiano sul porsche Cayenne targato Rsm

Antonio Fabbri, – L’informazione di San Marino: Gli uomini del ‘cerchio magico’ montenegrino viaggiano sul porsche Cayenne targato Rsm

L’informazione di San Marino

Anche le prime pagine del Montenegro si occupano della tangentopoli
sammarinese dalle cui carte emerge il quadro dei rapporti internazionali

Gli uomini del “cerchio magico” montenegrino viaggiano sul porsche
Cayenne targato Rsm

Due società nei Balcani per Baruca e
Podeschi, in una socio con Botteghi e Ceccoli

Antonio Fabbri 

Non è un caso che Paul
Phua
fosse stato nominato, caldeggiato e proposto da Podeschi, ambasciatore
di San Marino non residente in Montenegro. Nei Balcani, infatti, Podeschi
e Baruca
avevano diversi affari e società. Così pure i loro amici del
“cerchio magico” degli ambasciatori di San Marino, come lo stesso Phua o Viktor
Restis
, greco ambasciatore del Titano in Polonia. Nomine senza apparente
motivo. Il motivo invece c’era, ma, secondo quanto sta venendo fuori
dall’inchiesta sulla tangentopoli
sammarinese
, non era quello di promuovere all’estero gli interessi di San
Marino, bensì di utilizzare San Marino per fare i propri di interessi. E la
vicenda finisce anche sulle prime pagine dei giornali montenegrini, in
particolare sulla pagina web del giornale Vijesti
nome della testata che
tradotto significa Notizie, appunto,
giornale che ha anche una edizione a stampa.

Gli affari in Montenegro:  Nell’ordinanza
che ha portato al ri-arresto di Podeschi
e Baruca, si parla dei loro affari
in Montenegro. In particolare in uno dei nuovi episodi di riciclaggio che
vengono contestati ai due, c’è il trasferimento di denari ritenuti di
provenienza illecita su un conto della Euro Commercial Bank, intestato a R.P.
s.r.l. Si tratta di una somma di 740mila euro che arriva a San Marino il 1°
agosto del 2011, tramite bonifici esteri provenienti, appunto, dal
Montenegro.

Di questi, 305.000 euro
finiscono a Biljana Baruca sul
suo conto in Ecb. Poi a favore
del rapporto personale di
Claudio Podeschi, sempre in
Ecb. Ma perché questi denari
sono di provenienza illecita?
Gli inquirenti lo spiegano
nell’ordinanza, ricostruendo le
attività della cerchia di amici
dell’ex Segretario alla Sanità
tra il Montenegro, la Grecia e la Malesia.


Gli amici del “cerchio magico”
montenegrino viaggiano
su una Porsche Cayenne

Ai rapporti con il cerchio magico
montenegrino i magistrati
sammarinesi risalgono seguendo
una Porsche Cayenne.
Infatti quest’auto, intestata alla
Aol Ipsp San Marino – società
amministrata da Biljana Baruca
e riconducibile pure a Claudio
Poedschi, da questa società
formalmente assunto nell’agosto
2013 – nel maggio del 2013
venne destinata a Petros Stathis,
Emmanouil Pairaktaridis
e Mladen Kaladurdevic. Infatti
Aol conferì ai tre una autorizzazione
a condurre. Ma chi sono
questi tre soggetti? Lo spiega
l’ordinanza dei magistrati
sammarinesi. Con particolare
riferimento ai primi due: Petros
Stathis e Emmanouil Pairaktaridis
insieme a Victor Restis,
uno degli uomini più ricchi
della Grecia e già ambasciatore
di San Marino in Polonia,
sono collegati ad una società
di Podgorica, in Montenegro
appunto, denominata Adcapital
Montenegro. Questa società si
occupa di investimenti nello
stato balcanico da parte, appunto,
di uomini d’affari greci. Investimenti
dedicati all’industria
del turismo, resorts e hotels,ma non solo. Il terzo soggetto
che saliva sul Cayenne,
Mladen Kaladurdevic, risulta
invece collegato alla società
montenegrina “Adriatic Properties
d.o.o.”, che nel 2010
aveva ricevuto dalla European
Bank for Reconstruction and
Development circa 37 milioni
come finanziamento per la
costruzione, tra gli altri, dello
Sveti Stefan Island Hotel con
brand “Aman Resorts” – quelli
collegati a Phua che dovevano
costruire un albergone anche
sul Titano – in Montenegro. Il
costo complessivo delle opere
era pari a circa euro 92,6 milioni. Anche questa faceva parte
di una galassia di società collegate
al gruppo Restis.


L’illecita provenienza
dei denari

Essendo società riconducibili
al gruppo Restis, gli inquirenti
ritengono che sia questi milioni
per costruire hotel di lusso nei
Balcani e per le altre attività
correlate, sia quelli che arrivarono
a San Marino, fossero
di provenienza illecita. Tanto
che lo stesso Victor Restis, già
ambasciatore in Polonia per
il Titano, è stato arrestato nel
luglio 2013 con l’accusa di riciclaggio
ed appropriazione indebita
per l’influenza esercitata
su banche riconducibili alla sua
famiglia, al fine di concedere
prestiti a società del proprio
gruppo.
L’accusa ha riguardato l’appropriazione
indebita e il riciclaggio
di 5,8 milioni di euro della
First Business Bank (FBB), un
piccolo istituto finanziario di
Atene in cui la famiglia Restis
deteneva una quota del 64%.
Secondo le inchieste condotte
dalla Banca Centrale greca
e dalla magistratura, i fondi
sono stati illegalmente trasferiti
all’estero attraverso società offshore.
La First Business Bank è
stata messa in liquidazione nel
maggio 2013: i cespiti non oggetto
delle illecite condotte del
socio di maggioranza, sono stati
acquisiti dalla Banca Nazionale
della Grecia. Sono state,
inoltre, avviate inchieste giudiziarie
relative a 500 milioni di
euro, oggetto di appropriazione
indebita e di riciclaggio.


Prima pagina su Vijesti
e le società in Montenegro

Della tangentopoli sammarinese
e delle società di Poedschi
in Montenegro, parla in questi
giorni il giornale Vijesti, che
traccia il quadro delle società
attive del gruppo sammarinesegreco-
asiatico. Podeschi e
Baruca hanno partecipazioni in
due società attive in Montenegro
e “siccome sono stati arrestati
a San Marino, entrambe
potrebbero avere problemi con
la legge”, riporta il giornale.
Una società si chiama Edera
Finansial Investimenti e i soci,
stando a quanto riporta il giornale,
sono, al 33% ciascuno
Claudio Podeschi e Franco
Botteghi, e Andrej Ceccoli al
34%. Sarà un caso, ma sono
gli stessi tre nomi che, assieme
ad un quarto indicato da Asset
Banca, avrebbero dovuto
fare parte del Cda della banca
nascente dalla cessione della
licenza di Bcs ad un gruppo
russo. L’altra società è la “Investimenti
Sbp”. Biljana Baruca
detiene il 25%; un 25% è di
Stefanos Balafoutis – indagato
a San Marino – e il restante
50% è di Emmanouil Pairaktaridis,
quest’ultimo, secondo le
indagini sammarinesi, nel cerchio
degli affari di Restis. Non
solo. Il nome di Pairaktaridis
è legato a ben nove aziende
registrate in Montenegro. E’ il
fondatore, amministratore delegato
o rappresentante legale
in quasi tutte le società montenegrine
che sono collegate con
Phua e con Stathis. C’è poi un
caso curioso che riporta il giornale
montenegrino. Diverse
società ricevono la posta nella
stessa cassetta e nella stessa
unità immobiliare. Una prassi
già vista anche a San Marino.

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